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Il Coordinamento Regionale delle Sinistre di Opposizione del Friuli Venezia Giulia (Partito Comunista dei Lavoratori, Partito della Rifondazione Comunista, Partito Comunista Italiano, Potere al Popolo, Risorgimento Socialista, Sinistra Anticapitalista) all’indomani dell’approvazione del cosiddetto Decreto Scuola rileva come nulla sia sostanzialmente cambiato nella scuola, nonostante che la pandemia di questi mesi ne abbia messo in risalto tutti i mali strutturali. Mali che dipendono in primo luogo dalle politiche di austerità ispirate da Bruxelles - puntualmente applicate da tutti i governi che si sono succeduti sinora - e che non possono essere leniti dall’acquisto di qualche tablet o dalle forniture di materiale disinfettante.
La scuola italiana continua infatti ad essere caratterizzata da classi sovraffollate (le cosiddette “classi –pollaio”), da carente e pericolante edilizia scolastica, da un precariato diffuso dei docenti, da una amministrazione quasi al collasso.
Gli stessi servizi forniti dalla scuola, siano di carattere formativo o amministrativo, sono spesso garantiti dagli straordinari o dal lavoro sottopagato – se non gratuito – di docenti e personale amministrativo.
Il decreto appena approvato non sana infatti la questione del precariato e nulla dice sul numero di studenti per classe, che andrebbe perlomeno dimezzato. Anzi, di questi tempi , gli Ambiti Territoriali Provinciali continuano a ridurre per soppressione il numero di classi, detrminando quindi un maggior affollamento di quelle che restano: tutti i discorsi di “ripresa in sicurezza” si rivelano quindi pura retorica. Anzi, da una prima lettura il decreto sembra voler scaricare sugli Enti locali l’impopolarità di tali scelte.
Il Coordinamento SdO appoggia quindi in linea di principio tutte le mobilitazioni – come anche gli scioperi della scuola di questi giorni – che chiedano meno affollamento, più investimenti strutturali, più scuole, più personale amministrativo, più docenti; che supportino le lotte già in atto contro il concorso truffa e contro la regionalizzazione dei rapporti contrattuali.
E’ anche ora che le tre componenti della scuola – studenti, docenti e famiglie – vadano alla costituzione di Comitati per la Difesa della Scuola Pubblica che premano per il raggiungimento di tali obbiettivi, sia a livello nazionale che a livello locale. Il peggioramento di tale servizio, infatti, verrebbe pagato da tutta la società ma in maniera diseguale, ripercuotendosi soprattutto sul diritto all’istruzione delle classi sociali meno abbienti.
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