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GORIZIA - Paolo Mieli chiude Contea con un Sold-out

Una settimana fa è uscito il suo ultimo libro "la terapia dell’oblio, contro gli eccessi della memoria".
Aggiunto il: 28/09/2020
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In molti sono rimasti fuori: è stato un successo contro ogni aspettativa. In molti hanno sfidato il tempo molto incerto per assistere alla presentazione dell'ultimo libro di Paolo Mieli dalle parole dello stesso autore.
Quattro giorni per Contea, non facili visto il maltempo, ma certamente questo appuntamento lascia il ricordo positivo. 
Per il giornalista Mieli, l'Italia è un paese unico nel non esser capace di consegnare il passato agli storici. Ci sentiamo quasi obbligati a riproporlo ossessivamente intrecciato alle passioni del presente. E non riusciamo mai a chiudere un capitolo una volta per tutte. Per questo, anche per questo, necessitiamo tutti di imparare ad auto somministrarci, sapientemente, una dose di oblio.
Mieli ricorda che Balzac scriveva: “i ricordi rendono la vita più bella, dimenticare la rende più sopportabile”mentre Borges nel racconto La biblioteca di Babele lascia che i suoi personaggi individuino nell’oblio “una forma di memoria”; già Dante alla fine del Purgatorio vuole che il fiume Lete permetta alle anime dirette al Paradiso di lavarsi dei propri peccati, rimuovendo così la memoria delle cose cattive del passato. La letteratura ha sfiorato o trattato con cura il tema dell’oblio, e oggi è necessaria una somministrazione sapiente di dimenticanza anche in ambito storico e politico. Per mettere in luce i danni da “eccesso di memoria”, Paolo Mieli, con la chiarezza del grande divulgatore e l’accuratezza dello storico, nel suo libro, prende in esame decine di eventi ed episodi del nostro passato, dalla storia antica al Medioevo fino ai nostri giorni: dal ruolo – mal compreso e peggio ricordato – di Caracalla imperatore di Roma a Carlo Magno, da Bisanzio “oscurata” da Costantinopoli alla Napoli rivoluzionaria di fine Settecento. Tra amnesie sospette e memorie riluttanti, queste pagine restituiscono peso anche a temi a noi più cari e vicini, quasi quotidiani, come le origini della mafia, l’eredità del fascismo italiano e del nazismo tedesco, indagando il non detto che segna il racconto della Resistenza e spingendosi a commentare il discorso pubblico del nostro presente, tra virus, pandemie, ipotesi cospirazioniste. Una terapia, quella a base di oblio, che Mieli identifica come necessaria, dato che “gli storici avrebbero dovuto far argine in qualche modo al dilagare della memoria”. Perché “quando si hanno idee forti sul presente, è pressoché inevitabile che quelle idee si impongano sulle interpretazioni del passato.” Eppure, dobbiamo fare di tutto per evitarlo.
Applauditissimo, Mieli si è poi intrattenuto con il Sindaco Roberto Ziberna.

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