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FVG - Maltempo: Riccardi, livello piene sotto stretta osservazione
La gestione della sanità del governo Serracchiani è stata un totale fallimento e ha inferto danni al SSR sotto ogni aspetto: culturale, organizzativo, economico e, non da ultimo, nell’erogazione dei servizi. Purtroppo in sanità la manomissione improvvida del sistema ha effetti di lunga durata e non si limita agli anni di (mal)governo. La pandemia ha messo ancor più in evidenza una sanità mal ridotta da chi aveva adottato criteri ideologici, desueti e non scientifici nel governo della sanità. Nel programma del Presidente Fedriga la ricostruzione e il rilancio in chiave moderna del nostro SSR occupava un posto di rilievo e questo intendimento ha senza dubbio contribuito alla sua affermazione elettorale.
E’ senz’altro vero, pertanto, che la Giunta Fedriga ha trovato macerie: il personale demoralizzato e spossato, il caos organizzativo, i territori raggruppati a casaccio e una pasticciata fusione tra ospedali e territorio. In questa situazione disastrata si annovera anche la riduzione dei posti letto che è frutto di un approccio ben preciso e messo nero su bianco dalla Serracchiani nelle sue prime Linee di Gestione (DGR n. 2305/2013): “Mettere in campo azioni regionali che favoriscano il contenimento dei costi”. Ciò significa tagliare e basta: una cosa è razionalizzare le risorse, altra è razionarle tout court, che è quello che la Serracchiani ha fatto sulle spalle dei cittadini! Questo approccio ha portato indiscutibilmente a un taglio di posti letto, certificato nella Delibera n. 2673/2014: meno 579 posti letto per acuti in Regione e meno 188 a Trieste, la città più colpita dalla scure Serracchiani.
Dispiace che il progetto di Fedriga di ricostruire prima e rilanciare poi la nostra sanità non si riesca proprio a vedere. Una governance debole, tecnicamente non all’altezza e con pochi slanci innovativi rischia di vanificare le buone intenzioni.
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