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Un “gemellaggio” politico quello varato da Aurora Marconi, candidato Sindaco di Trieste Verde, e Maurizio Fogar, candidato Sindaco della Lista civica Muggia.
Un gemellaggio di lotta che si esprime pure nell'adozione di comuni simboli sulla scheda elettorale alle prossime elezioni di Trieste e Muggia.
Elezioni che a Muggia come a Trieste tendono sempre più ad assumere il ruolo di un referendum su queste nuove emergenze che rischiano di ipotecare per sempre il futuro di questa nostra piccola provincia.
E non è un caso che nessun partito o forza politica ne voglia parlare, o alcuni lo fanno solo ai fini di strumentalizzare le questioni per raggranellare qualche voto alla disperata, cosa per altro già vista in 20 anni nella vicenda Ferriera di Servola.
Ambedue le liste civiche hanno messo al primo punto dei loro programmi l'urgenza di battere questo scellerato progetto di aprire un nuovo mega Laminatoio a Caldo in zona Noghere-Aquilinia, a due passi da Dolina e Trieste, che per dare lavoro agli annunciati 400 ipotetici dipendenti andrebbe ad occupare un'area di ben 480.000 metriquadri (1200 per lavoratore), la più vasta ed unica zona in provincia dove ospitare future attività economiche. Con un impianto che, fatto il confronto con quello gemello operante da alcuni anni a San Giorgio di Nogaro sempre della stessa proprietà, rischia di essere fortemente, assai fortemente, impattante per le emissioni prodotte per salute e qualità della vita dei Triestini intesi come provincia, oltre a causare un drastico immediato deprezzamento del valore degli immobili e delle case di chi ci vive vicino (da Santa Barbara, ad Aquilinia, Montedoro e Noghere).
La questione Dragaggi poi, che investe tre ampie zone del Vallone di Muggia, la più ampia a Trieste tra lo Scalo Legnami e i pontili Siot, la seconda tra il Canale Navigabile in zona Industriale e la fine della ex Raffineria Aquila, ed il terzo alle foci del Rio Ospo, investe 1200 ettari di fondali marini, composti da fanghi tossici scaricati in mare dalle industrie (dalla Ferriera alla Raffineria) classificati dalle analisi del Ministero dell'Ambiente come fortemente inquinati con valori che superano di migliaia di volte i limiti di legge consentiti.
Intervenire dunque senza adottare le più sofisticate tecnologie esistenti, ovvero ricorrere alla tradizionale Benna, significa disperdere nel Golfo di Trieste, da Capodistria a Sistiana per l'effetto delle correnti, tonnellate di inquinanti altamente cancerogeni, con il rischio concreto di mettere a repentaglio la balneazione, la pesca e la miticoltura in tutta la provincia.
Altro che sviluppo turistico per Trieste e Muggia!
Ecco perchè questi devono essere il motivo conduttore delle prossime elezioni amministrative su cui chiamare i cittadini di Muggia e Trieste a pronunciarsi con il voto: una situazione emergenziale che merita una risposta eccezionale.
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