Dal 30 maggio accesso libero allo Spazio Giovani
Partecipazione allo studio osservazionale prospettico multicentrico nazionale, senza scopo di lucro intitolato “Registro italiano di resezioni epatiche mini-invasive nell’ambito dell’Associazione I Go MILS” – IGoMILS.
Rispondiamo punto per punto a tutti i passaggi:
[…] Ancora una volta il problema viene dirottato sul carcere perché il Dipartimento di Salute Mentale non intende prendersi carico di queste persone.
[…] Questa sezione ospita persone pericolose o con problemi mentali, molti sono lì temporaneamente in attesa che la psichiatria si pronunci per un’eventuale gestione in strutture diverse.
Vengono dichiarati inadempienti i sanitari e in particolar modo gli specialisti della salute mentale e delle dipendenze, che non soddisfano richieste di certificazione finalizzate al trasferimento di soggetti in non meglio precisate altre strutture psichiatriche.
Il “Protocollo d’intesa tra Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste e la Casa Circondariale di Trieste relativo alla definizione di forme di collaborazione tra l’ordinamento sanitario e l’ordinamento penitenziario, per l’erogazione dell’assistenza sanitaria a favore dei detenuti e internati”, sottoscritto in data 30.6.2019 (Prot. N. D3/1657/2019-P dd10.7.2019) prevede che la consulenza specialistica venga richiesta dai referenti interni della sanità penitenziaria ASUGI. Dai dati risulta che tutte le richieste per situazioni di acuzie sia per persone già in carico ai servizi aziendali che per persone non note o non residenti vengono tempestivamente evase. Per le persone già in cura viene mantenuta la continuità assistenziale dal servizio di afferenza territoriale.
[…] Sto insistendo per avere una certificazione su alcuni detenuti, per capire se il loro stato di salute mentale sia compatibile con il regime penitenziario, ma non ricevo risposta.” …“Ora sto tentando un altro canale e mi sto rivolgendo al Magistrato di sorveglianza, che può ordinare di produrre la certificazione, ma dubito fortemente che nel merito certificheranno la detenzione in REMS, perché poi dovrebbero occuparsene loro.”
Durante gli incontri tecnici inter-istituzionali tenutisi nel recente periodo, il dott. Pujia, ha formalizzato con insistenza la richiesta di avere dei dati precisi relativi a numeri di interventi (dato in possesso della Sanità Penitenziaria e quindi facilmente acquisibile), diagnosi e trattamenti effettuati dagli specialistici nelle loro valutazioni (aspetti questi di competenza sanitaria e quindi, nel rispetto della normativa della privacy, non trasmissibili alla direzione dell’istituto) e ha preteso soluzioni per la gestione di aspetti che attengono al governo della sicurezza ed organizzazione interna della casa circondariale, quali clima organizzativo dell’istituto, sovraffollamento, criticità logistiche e strutturali.
Si specifica che la titolarità per la richiesta di certificazione sullo stato di salute delle persone è a carico esclusivo della Magistratura.
La detenzione in REMS viene disposta dal Magistrato a seguito di un proscioglimento deciso sulla base di valutazioni peritali e non sulla base di certificazioni da parte di specialisti ASUGI.
Nell’intervista si insinua che gli psichiatri di ASUGI, in fase di valutazione, intenzionalmente sotto diagnostichino il disturbo mentale al fine di evitare la presa in carico dei soggetti.
[…] "I presidenti di Regione dovrebbero fare qualcosa per creare più posti in REMS […]
E’ noto che i posti regionali destinati a tale scopo sono stati definiti a livello ministeriale e regionale in base a precisi criteri. Vedi Delibera regionale n.444 del 13 marzo 2015 e seguenti.
[…] D: Com’è il rapporto con il dipartimento di Salute Mentale? R: "In questo momento di forte contrasto […]”
A fronte di diversi anni di interazione e collaborazione proficua con tutti i rappresentanti delle diverse categorie professionali operanti all’interno della Casa Circondariale di Trieste, si manifesta forte preoccupazione per l’esacerbazione dei rapporti con la direzione della casa circondariale.
Preoccupa il clima che si è venuto a creare e le conseguenze che questo può determinare.
Il Direttore ha preso servizio a gennaio, ereditando una esperienza di fattiva e lunghissima collaborazione inter-istituzionale in tema di tutela della salute delle persone detenute e di continuità assistenziale.
Anche nell'Osservatorio Regionale si è lavorato in modo approfondito, consentendo di dare corso alla riforma della Sanità Penitenziaria, condividendo mandati, responsabilità, competenze, strumenti di lavoro, percorsi operativi.
Problemi non mancano, anche per la contingenza storica che stiamo attraversando e che ci costringe a fare i conti con risorse sempre più risicate e bisogni delle persone sempre più complessi, ma le criticità si superano solo prestando ascolto e attenzione alle reciproche ragioni di servizio e collaborando.
Ci auguriamo vi sia la possibilità di chiarire e di ricomporre una comunicazione rispettosa e improntata alla reciproca fiducia.
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