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TRIESTE - Consegnato ad Antonio Calenda il sigillo trecentesco della cittą.

Aggiunto il: 10/02/2023
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Un lungo e caloroso applauso ha salutato il conferimento, oggi, (giovedì 9 febbraio) nella sala del Consiglio comunale di Trieste, del Sigillo trecentesco della città al regista Antonio Calenda, già direttore del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia “Il Rossetti” da parte del Vicesindaco, Serena Tonel alla presenza del Sindaco, Roberto Dipiazza, dell’Assessore alle Politiche della Cultura, Giorgio Rossi, del Presidente del Consiglio comunale, Francesco di Paola Panteca e del Presidente del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Francesco Granbassi. “Con grande riconoscenza per aver reso il teatro Il Rossetti ambasciatore della nostra città – ha dichiarato il Vicesindaco Tonel – ho l’onore di consegnare, a nome del Comune di Trieste, il Sigillo trecentesco ad Antonio Calenda”. “Abbiamo passato insieme momenti indimenticabili della nostra vita” ha commentato il Sindaco Dipiazza, augurando a Calenda “tante cose belle, perché te le meriti per i sacrifici e la passione che hai sempre messo nel fare cultura”. Il Presidente del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Francesco Granbassi ha definito quello tra Calenda, il Rossetti e la città “un rapporto d’amore”. “Grazie a Calenda - ha affermato Granbassi - è stato impostato un lavoro che si respira ancora all’interno delle sue mura e che ha spinto Il Rossetti ai vertici italiani e internazionali: nella sua direzione ventennale ha portato una cultura e un’intelligente raffinatezza e per questo voglio manifestare la gratitudine del teatro per quello che ha significato Calenda per Il Rossetti e per la città Trieste”. “Oggi – ha concluso Granbassi - possiamo basarci su fondamenta solide che Calenda ha gettato nel corso di quei vent’anni, facendo crescere un gruppo di lavoro straordinario e mai riconoscimento credo sia più meritato”. “Anche da frequentatrice, fin da giovanissima, de Il Rossetti – ha detto il Vicesindaco Tonel prima della consegna del Sigillo trecentesco - sono felicissima ed emozionata nel dare il benvenuto a nome del Comune di Trieste ad Antonio Calenda: quello di oggi è un momento estremamente importante, in quanto con questo riconoscimento andiamo a estinguere un debito di riconoscenza che la città aveva nei suoi confronti per tutto quello che ha fatto per il teatro in prima battuta, ma anche per l’intera comunità triestina. La grande eredità che ha lasciato al teatro è costituita dal passo de Il Rossetti, un teatro leader a livello nazionale per i contenuti culturali e i grandi nomi che calcano il suo palcoscenico e da un’impostazione moderna nell’affrontare le stagioni e l’offerta variegata e adatta a tutte le fasce della cittadinanza, dai più piccoli ai più grandi. Abbiamo il dovere di mantenere questa eccellenza che Calenda ha contribuito in maniera significativa a costruire”. “Mi fa piacere – ha proseguito Tonel - che questa giornata particolarmente ricca di significato coincida con il decennale di uno spettacolo, “Magazzino 18” di e con Simone Cristicchi - che per Trieste ha un’importanza non solo artistica, ma soprattutto storico-sociale e che ha contribuito a rimarginare una delle ferite più profonde e più drammatiche della storia cittadina del Novecento”. “Grazie per le parole che hanno avuto voluto dedicarmi i rappresentati non solo della città, ma anche della vocazione di Trieste a essere centro europeo di cultura, che tuttora irradia com’è stato nei vent’anni in cui ho avuto il grande piacere di condurre questo teatro”. “Sono emozionato – ha dichiarato Calenda - per un tumulto di sentimenti che mi agita il cuore perché oggi la mia mente è affollata da tanti piacevoli ricordi che riaffiorano vedendo in sala tantissimi volti che hanno vissuto con me una pagina di inequivocabile crescita: sono stato fortunato ad avere de presidenti che hanno collaborato, anche rischiando, alla creazione di un’identità che vedo ancora perpetuata dall’attuale conduzione de Il Rossetti e a cui auguro la migliore fortuna. Persone ed emozioni che ho ritrovato nei tre giorni di prove di uno spettacolo che è l’emblema di una cultura non solo cittadina e che ha portato all’attenzione degli italiani il senso di una tragedia che molti non conoscevano e non conoscono” ha aggiunto Calenda, ricordando la presenza tra il pubblico, tra gli altri, anche dell’attuale direttore del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Paolo Valerio e dei past president Francesco Peroni e Paris Lippi. “Oggi – ha concluso Calenda - provo una gioia incommensurabile nel ricevere il Sigillo di una città a cui ho dato il meglio della mia maturità e ritornarci sia per ritirare questo riconoscimento, che mi onora, che per la prima di uno spettacolo fortemente simbolico per la cultura di queste terre è una concomitanza che mi suscita grande emozione e piacere”. Queste le parole scritte nel libro d’oro del Comune di Trieste da Calenda: “Con il cuore in tumulto per l’emozione ringrazio la città e il grande sindaco che la rappresenta, Roberto Dipiazza. Evviva!”. Laureato in Filosofia del Diritto, Antonio Calenda ha iniziato la propria attività teatrale nell'ambito del Teatro Universitario di Roma. Nel 1965 è fra i fondatori del Teatro Centouno che ha rappresentato per l'attività di ricerca e sperimentazione di quegli anni uno dei primi punti di riferimento. Successivamente ha lavorato per il Teatro di Roma e ha diretto il Teatro Stabile dell'Aquila, ha fondato la Compagnia Teatro d'Arte dirigendo spettacoli molto applauditi in Italia e all’estero. Ha firmato la regia di oltre cento spettacoli, prediligendo il teatro di prosa e affrontando un repertorio vasto che alterna classici e contemporanei, italiani e stranieri, e dimostrando sensibilità per la drammaturgia contemporanea.
Direttore del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia dal 1995 al 2014, Calenda ha firmato importanti spettacoli, tra i principali, solo per ricordarne alcuni, sicuramente “Amleto” con Kim Rossi Stuart; “Rappresentazione della Passione” con Piera Degli Esposti (evento del Giubileo del 2000), i testi di Claudio Magris (“Lei dunque capirà” e “La mostra”) e poi “Vita di Galileo” con Branciaroli e ovviamente “Magazzino 18” scritto e interpretato da Simone Cristicchi, sul delicato tema dell’Esodo giuliano dalmata.

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