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RONCHI DEI LEGIONARI - “They took away our voice”, scatti di donne dal campo di Diavata in mostra al Ccm.

Date Added: 17/03/2023
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L’Associazione “da Donna a DONNA” e il Consorzio Culturale del Monfalconese – Ecomuseo Territori, in collaborazione con il Comune di Ronchi dei Legionari, presentano ‘They took away our voice – Si sono presi la nostra voce’, una mostra fotografica ideata dal Circolo Fotografico Palmarino con il sostegno del Comune di Palmanova.La mostra consta di una cinquantina di scatti di donne dai 10 ai 34 anni del campo profughi di Diavata (Grecia) della scuola di fotografia di Mattia Bidoli. Le autrici sono donne e ragazze che provengono da Afghanistan, Iran, Kurdistan, Iraq, Siria ed hanno alle spalle storie di oppressione, di paura, di dolore ma anche di speranza e riscatto. Con le loro opere fotografiche queste donne hanno all’attivo diverse mostre fotografiche in Europa e collaborazioni di prestigio anche con l’Agenzia Onu per i rifugiati (UNHCR), Medici Senza Frontiere, Art 4 Humanity e diverse realtà.La mostra viene allestita presso Villa Vicentini Miniussi, sede del CCM – Ecomuseo Territori, piazza Unità d’Italia 24 a Ronchi dei Legionari e verrà inaugurata sabato 18 marzo alle 11: sarà visitabile dal 18 al 31 marzo dal lunedì al sabato dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 18.30; la domenica dalle 10 alle 12.30 e sarà a ingresso libero. La “Photography School” nasce nel nord della Grecia nel novembre del 2020 all’interno di Casa Base, il “safe space” creato dall’Ong QRT (Quick Response Team) per la popolazione femminile del campo profughi di Diavata, a nord di Salonicco. A fare da tutor in questo progetto è il friulano Mattia Bidoli che, all’interno della struttura, ha creato un’aula di fotografia dove le ragazze e donne che vi partecipano possono sentirsi al sicuro e libere di esprimersi. “Fotografare è un mezzo per creare una relazione, un mezzo per guardare agli altri e al mondo in modo personale, intimo, ti stimola a esplorare, a conoscere e conoscerti. Ti insegna a non avere paura”, racconta Bidoli.
Secondo quanto ancora racconta Mattia Bidoli, “la fotografia è in grado di cambiarti: sia che tu stia da una parte o dall’altra dell’obbiettivo alcune foto hanno il potere di evocare contenuti emotivi, pensieri e significati dei quali alle volte non si è consapevoli a un primo sguardo”.Non c’è altro modo che la conoscenza per affrontare il complesso fenomeno globale delle migrazioni i cui effetti si riversano sulla società europea: “Queste immagini hanno il pregio di ricordarci con la forza del loro dirompente impatto visivo che dietro la parola “migrante” c’è una persona con un volto, una storia, una speranza di vita legittima come la nostra”.I loro lavori sono apparsi su diversi quotidiani e magazine internazionali (CNN, il Venerdì di Repubblica) e le foto si sono aggiudicate diversi premi e i riconoscimenti, tra cui il “Single Shot” Festival della fotografia etica; il World Peace Photo Award; il First prize photography “Champion of Equality; il secondo posto a “Roma Fotografia”. Il Consorzio coglie anche l’occasione per ringraziare i giovani volontari dei Servizio Civile Universale e le volontarie dell’Associazione “da Donna a Donna” che hanno collaborato per l'allestimento.

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