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MONFALCONE - Ramadam nelle scuole a tempo pieno; Cisint: danno psicologico  e pregiudizio per la salute dei bambini.

Il Sindaco scrive a Ministro, Ufficio scolastico regionale e Governatore Fedriga.
Aggiunto il: 29/03/2023
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Ecco la lettera integrale:

Oggetto: Lettera denuncia sulla situazione di danno alla salute e di pregiudizio al corretto funzionamento del sistema educativo

Gentili,  alcuni genitori e docenti mi hanno segnalato una situazione di grave pregiudizio della salute e di inaccettabile vulnus educativo presente nelle scuole primarie cittadine legata alle pratiche del Ramadan. Bambini di famiglie islamiche vengono esclusi dal consumo dei pasti nelle classi a tempo prolungato. Com’è noto, compete al Comune la responsabilità della gestione del servizio mensa, della programmazione dei relativi investimenti e del controllo generale: gli accertamenti effettuati con i funzionari comunali preposti, purtroppo, hanno confermato questa inammissibile pratica.  Al riguardo, appare, anzitutto, gravissimo che, sinora, non sia stato affrontato in tutti i suoi risvolti un problema palese di tutela dei minori e non siano stati considerati gli aspetti pedagogici, educativi e sanitari ed il portato delle conseguenze e degli effetti di un digiuno, che preclude di
norma persino l’assunzione della semplice acqua e che si protrae per un periodo così lungo. Il rispetto delle usanze religiose, che deve essere garantito a ogni culto di fede non può essere invocato, o assunto come giustificazione, quando queste pratiche si ripercuotono a danno di soggetti fragili e inconsapevoli come in questo caso i minori. 
Ricerche affidabili, evidenziano come forme di digiuno prolungato, anche intermittente, possono incidere negativamente, specie sui più deboli, nel modificare le quote dell’ormone della crescita, indebolire l’attenzione e alimentare l’apatia.
Anche sotto il profilo pedagogico questa pratica appare inammissibile: nella scuola la mensa non ha una funzione solamente nutrizionale, ma va considerata come un importante momento di educazione e promozione sociale. Negli accertamenti svolti è emersa la condizione di marginalità nella quale si sono venuti a trovare, durante la mensa, i ragazzi costretti al digiuno e nello stesso tempo il profondo disagio vissuto da tutti gli altri minori nel condividere questa situazione. E’ stato riscontrato l’isolamento di questi ad altri bambini seduti ad un tavolo diverso nella stessa stanza dove contemporaneamente altri consumavano il pasto da cui erano esclusi. Un doppio trauma emotivo, che
come tale può lasciare segni nei minori coinvolti. Tutto ciò diventa intollerabile quando avviene nell’indifferenza, o nella connivenza, delle istituzioni e di chi ha la responsabilità educante e formativa dei giovani. Peraltro, l’eventuale invito ai genitori a togliere i bambini dalle scuole nel “tempo-mensa”, non diminuisce affatto, tutt’altro, il grave problema di esclusione nutrizionale e di
discrimine educativo, aspetti verso i quali l’autorità scolastica e l istituzioni non possono restare indifferenti.
Fermo restando le ulteriori iniziative che l’Amministrazione Comunale potrà assumere per affrontare questa situazione, si ritiene di sensibilizzare su questo problema per ogni azione di
competenza in merito.

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