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Si è svolta oggi nel luogo simbolo della città, la Rocca di Monfalcone, la cerimonia della Festa del Fante, in ricordo dei “caduti di tutte le guerre", alla presenza del Sindaco Anna Maria Cisint e delle autorità civili, militari e religiose. “L’Amministrazione comunale ci tiene molto a essere qui a onorare i caduti di tutte le guerre, omaggiando così le famiglie, i giovani e tutti coloro che hanno perso la vita nelle battaglie. Considero l’amor patrio uno dei valori essenziali da non disperdere perché rappresenta un collante fra le generazioni e il segno dell’identità cittadina. Per Monfalcone più che altrove”, le parole del Sindaco Anna Cisint. Cisint ha ricordato l’importanza della Rocca, simbolo non solo per la città, ma per l’intera Regione. “Una città è fatta sicuramente di opere civili, di servizi efficienti, ma anche di un comune sentire e di una dimensione storica e culturale che va preservata per non perdere gli elementi di distinzione di cui andiamo orgogliosi, per non omologarci e per non sottometterci ad altre culture e ad altre identità.
Per questo abbiamo investito e stiamo investendo, anche in maniera consistente, per conservare e preservare i luoghi della nostra storia, le trincee, la galleria-rifugio, il monumento a D’Annunzio.
Per questo siamo anche impegnati a promuovere la nostra identità, che significa appartenenza nazionale, tradizioni, lingua, amore di patria”. Per tutto il Novecento infatti “generazioni di giovani italiani si sono sacrificate sul nostro territorio per rivendicare l’appartenenza italiana. Nella prima guerra mondiale su queste colline. Dopo il 1943 quando il nostro territorio è diventato parte dello Stato tedesco. Dopo il 25 aprile nei quaranta giorni di occupazione jugoslava e sino al 1947 quando Monfalcone si è ricongiunta all’Italia. Dal 1947 al 1954 quando tanti italiani dall’Istria hanno scelto di venire a vivere a Monfalcone per riaffermare la loro appartenenza italiana. Le associazioni d’arma, voi stessi, siete gli eredi di questa memoria che attraversa i ricordi delle nostre famiglie, dei nonni e dei padri che in queste vicende sono stati coinvolti”.
Il Sindaco conclude la cerimonia con un appello “per avere una casa più accogliente: ho detto alcuni giorni fa che il Comune vi sarà vicino se presenterete il vostro progetto di Archivio della memoria alla Regione, anch’esso una parte di quel patrimonio di beni e di sentimenti che la città deve poter conservare per non rafforzare le proprie radici italiane”.
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