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Premio dott.ssa Vedovo

Aggiunto il: 25/07/2023
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Con il suo “Studio randomizzato controllato sull’efficacia della musica binaurale nel ridurre i livelli di ansia e di dolore nei pazienti sottoposti ad esame urodinamico invasivo” la dottoressa Francesca Vedovo ha vinto la VI edizione della borsa di studio nazionale della Società Italiana di Urodinamica, intitolata al Dott. Antonio Cucchi, in ricordo del suo impegno nel campo dell’urodinamica.
 
La SIUD, infatti, si dedica allo studio di tutti gli aspetti di prevenzione, diagnosi e cura delle patologie urologiche che sono provocate e/o conseguono a disfunzione delle basse vie urinarie e delle patologie pelviperineali ad esse correlate.
 
La premiazione è avvenuta in occasione del 47° congresso SIUD, Società Italiana di Urodinamica, che ha riunito a Roma dal 15-17 giugno gli specialisti del settore.
 
Riservata ai Soci SIUD di età non superiore ai 40 anni, erano ammessi alla valutazione i nuovi progetti di ricerca e /o di studio su tematiche inerenti all’esecuzione o al ruolo clinico di tecniche urodinamiche standard o di metodiche urodinamiche innovative.
 
«Con questa ricerca ho avuto modo di unire due passioni quella per la musica e quella per la medicina» spiega la dottoressa Vedovo. Ad affiancare infatti la sua dote in campo medico, dove opera come Dirigente Medico presso la Clinica Urologica ASUGI, Francesca Vedovo è anche DJ. «C’è un razionale scientifico in questo studio: la musica bineurale, che è un fenomeno percettivo scoperto alla fine dell’800, ha dimostrato che se da un orecchio si ascolta una certa frequenza d’onda e dall’altro orecchio se ne ascolta un’altra, il cervello crea un’onda cerebrale illusoria che ha una frequenza risultante dalla differenza dei due “toni carrier”. Sono tantissimi gli studi in letteratura che hanno dimostrato come ascoltare la musica bineurale in alcune procedure mediche riduca i livelli di ansia e di dolore nei pazienti».
 
Partendo quindi da queste importanti evidenze scientifiche, a dimostrazione che la musica bineurale porti benefici a più livelli, dall’attenzione, alla memoria e perfino sui livelli di ansia e sul dolore, la dottoressa Vedovo ha provato ad applicare il concetto a varie procedure urologiche, tra cui gli esami urodinamici.
 
Nella pratica, lo “studio randomizzato a tre bracci” prevede che il giorno della procedura vengono assegnati tre gruppi: uno di controllo che non ascolta la musica, un gruppo che ascolta una musica presa come riferimento (l’Adagio per archi di Samuel Barber), e un ultimo gruppo che ascolta sempre la musica di riferimento con incorporata una frequenza di musica bineurale a 6 hertz, costruita grazie al supporto di un altro DJ Jesolano e tecnico del suono, “Blind Minded” Giorgio Cadamuro.
 
«La musica che abbiamo scelto è l’Adagio per archi di Samuel Barber, conosciuto magari dalla maggior parte della gente perché riadattato in musica elettronica da vari DJ, tra cui Tiesto, ma anche usata spesso per le cerimonie funebri, come nei funerali di Einstein, Kennedy, Grace kelly e Roosvelt – continua Vedovo –. Abbiamo scelto questa musica perché altri studi hanno dimostrato che una persona intenta ad ascoltare musica triste, dopo si senta meglio. La sensazione è infatti quella di una “malinconia piacevole”, creando una reazione che rilascia endorfine, facendo quindi stare meglio chi l’ascolta. Quindi ho deciso di sceglie questo brano, che è tra i più tristi».
 
Il progetto si trova al momento a metà della sua fase di studio e mette assieme più centri di ricerca: Trieste, come promotore, con il Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e della Salute e di Clinica Urologica dell’Università degli Studi di Trieste, Verona con il dipartimento di Clinica Urologica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata, e Arezzo con il Reparto di Urologia dell’Ospedale San Donato, Usl Toscana Sud-Est. Questi ultimi, centri di riferimento nel campo dell'Urologia Funzionale.
 
«Al momento i risultati sembrano dimostrare in maniera statisticamente significativa che la musica bineurale non porti a ridurre i livelli di ansia e di dolore. Però chi ascoltava musica classica ha avuto effettivamente un beneficio nel ridurre il proprio livello di ansia. Questo ci suggerisce come la musica dovrebbe essere considerata uno strumento non farmacologico e non invasivo, oltre che senza costi, che possa ridurre effettivamente i livelli di ansia nei pazienti che si sottopongono a queste procedure. Mi sento un po’ “l’urologa della musica”» ha concluso con una battuta la dottoressa Vedovo.

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