MUGGIA - Presentato il Carnevale Estivo Muggesano 2023.
AUTISTRADA A4 Incidente grave vicino svincolo Redipuglia in direzione Trieste. 6 auto coinvolte.
Nel corso del dibattito in Aula per la modifica dell’art. 13 del Regolamento del Consiglio comunale si sono sovrapposte in modo scorretto due questioni: una di metodo istituzionale (attinente all’ordine del giorno) l’altra di merito (la situazione della partecipata sotto osservazione da parte del Comune di Monfalcone). La Destra non vuole o, per la sua sottocultura politica improntata ai “pieni poteri” di salviniana osservanza o a “un solo uomo o donna al comando”, non può prendere atto che la Legge dello Stato (ovvero il Dlgs 267/2000 Nuovo Testo Unico degli Enti locali) ha sancito la pari dignità tra Esecutivo (che esercita la facoltà del governo e non del potere autocratico come piace ai locali emuli di Orban, paladino della demokratura illiberale) e Consiglio (o Assemblea che non è il Parlamento) cui spetta oltre alla facoltà di indirizzo anche e soprattutto quella del controllo. Più precisamente si tratta del “controllo strategico” che compete all’organo politico, essendo che “il controllo di regolarità contabile” spetta alla Ragioneria e il “controllo di gestione” ai Dirigenti che si avvalgono dell’Ufficio contabile. La novità assoluta introdotta dal Tuel (ma oramai sono più di venti anni) è appunto il “controllo strategico”, settore fino allora poco esplorato, che si traduce nella valutazione delle politiche pubbliche: essendoci un nesso circolare strettissimo tra la Valutazione e la Programmazione, la stessa funzione di indirizzo del Consiglio dovrebbe partire dalla valutazione degli atti amministrativi derivanti dall’azione di controllo (degli atti della Giunta e delle Partecipate). Ed è qui che la maggioranza ha “cannato” clamorosamente quando afferma che “il consigliere non ha rapporti diretti con gli Uffici”. E’ invece vero l’opposto! La legge dello stato (Dlgs 267/00 art. 43-Diritti dei consiglieri – afferma testualmente: “i consiglieri comunali e provinciali hanno diritto di ottenere dagli uffici, rispettivamente del Comune e della Provincia, nonché dalle loro aziende ed enti dipendenti tutte le notizie e le informazioni in loro possesso, utili all’espletamento del proprio mandato”. E non sono tenuti a passare dal sindaco o dagli assessori che per altro sono dei “nominati” mentre i consiglieri sono degli “eletti”, quindi nessun consigliere deve andare a concordare alcunché con l’assessore. Sempre la legge dello Stato, allo scopo di agevolare al massimo il lavoro dell’Assemblea, sancisce all’art. 38 che “I Consigli sono dotati di autonomia funzionale ed organizzativa” e che con norme regolamentari i Comuni e le Province fissano le modalità per fornire ai Consigli servizi, attrezzature e risorse finanziarie. Conseguentemente, l’art. 19 del Regolamento del Consiglio comunale di Monfalcone prevede che la Dirigenza dell’Ente deve fornire, a richiesta dei Consiglieri comunali, supporto, informazione, messa a disposizione di documentazione e collaborazione per quanto di competenza, utile all’espletamento del loro mandato”. Inoltre la richiesta del Consigliere “non soggiace ad alcun requisito formale” e “lo stesso Consigliere può concordare direttamente con il Dirigente di competenza la modalità e la tempistica di evasione di quanto richiesto”. Purtroppo per lei, la Destra locale nella foga di stravolgere l’art. 13 si è dimenticata di “ritoccare” il comma 5 dell’art. 19: un tanto conferma che siamo di fronte a “prove tecniche periferiche” di demokratura illiberale che si sperimentano in un’area (storicamente) ai margini del Paese (mai più passerebbe una simile sciocchezza del condizionamento della Giunta nella convocazione della Commissione nell’areale geografico tra Torino-Milano-Venezia-Genova-Bologna-Firenze-con coda Roma e Napoli) e precisamente in un Comune dove la minoranza consiliare è stata ridotta ai minimi termini, ma questa è un’altra storia che merita sicuramente maggiori approfondimenti.
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