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Nella giornata dell’11 settembre scorso, la Questura di Trieste ha applicato per la prima volta, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, il dispositivo di controllo da remoto c.d. “braccialetto elettronico” a carico di un uomo responsabile di ripetute violenze nei confronti della madre. Il destinatario è un cittadino argentino di 26 anni residente a Trieste, arrestato il 25 agosto scorso dalla Stazione dei Carabinieri di via dell’Istria in esecuzione dell’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Trieste che ne ha disposto la custodia cautelare in carcere per maltrattamenti fisici e psicologici, nonché violenza economica ai danni della madre, con lui convivente. L’uomo era già stato sottoposto all’Avviso Orale del Questore nell’ottobre del 2022 a causa dei diversi precedenti per reati contro la persona e il patrimonio a suo carico. Il 29 agosto, in sostituzione della misura carceraria, il G.I.P. ha disposto, per la durata di un anno, l’allontanamento dalla casa familiare, il divieto di avvicinamento alla persona offesa a meno di 200 metri e di comunicazione con ogni mezzo, rafforzati per l’appunto dall’utilizzo della strumentazione elettronica al quale l’interessato ha prestato il proprio consenso. A questo riguardo, anche la vittima è stata dotata di un sistema di georeferenziazione che consentirà di verificare l’eventuale inosservanza dei divieti imposti all’aggressore, con avviso alla donna del potenziale rischio e allarme presso la Sala Operativa della Questura, per la pronta attivazione delle misure di controllo e tutela.
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