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MONFALCONE - Presentato il progetto del Parco Internazionale della Memoria.

Aggiunto il: 04/10/2023
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Cinque Comuni, di due diverse province, con capofila Monfalcone, si mettono assieme per fare dell’area carsica uno dei poli più importanti della regione sotto il profilo turistico-culturale e ambientale. L’occasione dell’uscita di un bando su fondi comunitari, ha portato gli enti del territorio compreso fra San Giovanni di Duino e Redipuglia a predisporre un progetto - che è un vero e proprio piano territoriale di investimenti - per valorizzare uno dei giacimenti storico-archeologici più interessanti del Friuli Venezia Giulia e dar vita al museo diffuso all’aperto più vasto d’Europa. 
L’iniziativa è stata presentata stamane dai sindaci interessati: Anna Maria Cisint, Fabio Vizintin per Doberdò del Lago, Cristiana Pisano per Fogliano Redipuglia, Mauro Benvenuto per Ronchi dei Legionari e Igor Gabrovec di Duino Aurisina. “Oltre trenta chilometri di piste ciclopedonali - ha rilevato il sindaco Cisint - immerse nei 70 ettari del parco naturalistico dei laghi di Pietrarossa e Doberdò, lungo le quali si snoderanno i reperti rinnovati della Civiltà dei Castellieri, la Rocca e i manufatti della Grande Guerra e della Guerra Fredda rimessi a nuovo, con la presenza di sei strutture destinate a centri visite e musei tematici, tre delle quali ex-novo con il recupero dell’ex asilo di Duino e della  casermetta Sablici e la riqualificazione della sede dell’Unuci a Monfalcone, che si affiancheranno a quelli esistenti del Museo multimediale della Grande Guerra, di Gradina e di Pietrarossa: un insieme di risorse che non ha eguali in nessun'altra realtà della regione. Un piano progettato con una logica di organicità e di sistema che sarà affiancato da un modello di multimedialità lungo i sentieri che, attraverso QR Code e App, consentirà, assieme alla visione, anche di apprezzare la narrazione e la suggestione della storia dei luoghi attraversati, con l’obiettivo principale dell’emersione delle peculiarità e della fruibilità di questo grande comprensorio”.
Una progettualità di quasi 8 milioni di euro che, come ha precisato Cisint, diventano oltre 10 milioni se si tiene conto dei lavori già in campo appena appaltati della Galleria Rifugio, che diventerà museo della Seconda Guerra Monfalcone, della salita Mocenigo e dell’iniziativa Ecomosaico del Carso di sistemazione della landa. Negli interventi del vice sindaco Antonio Garritani e in quelli dei sindaci presenti è stato sottolineato il valore sovracomunale degli interventi, che si integrano nell’intero ambito dei cinque comuni. Non, quindi, una semplice sommatoria di singole opere, nella logica di quello che è stato definito come “Parco Internazionale della Memoria” per i tanti manufatti presenti, compreso un monumento nazionale ungherese.  Tutti i cinque filoni di lavoro prevedono sentieri, manufatti, cartellonistica condivisa e omogenea di cui il Comune di Monfalcone sarà stazione appaltante. “Il progetto - ha sottolineato il sindaco Cisint - ha valore in sé perché ha fatto emergere la ricchezza storico-archeologica di questa nostra realtà nel suo insieme e ha determinato una volontà di unire le energie delle amministrazioni interessate a portarne avanti l’attuazione”. L’iniziativa vede coinvolti direttamente anche tre partner tecnici - che hanno ricevuto i ringraziamenti per il loro importante apporto da parte dei sindaci presenti - e cioè il Gal Carso, la Pro Loco di Fogliano Redipuglia e l’Unione Nazionale Ufficiali in Congedo presenti con i rispettivi presidenti, David Pizziga, Marta Lollis e Giovanni De Manzini. Uno staff del Comune di Monfalcone ha collaborato per l’elaborazione della proposta con il portavoce del sindaco, Lucio Gregoretti, i dirigenti Marco Mantini, Enrico Englaro, Marco Marmotti e Paola Tessaris. Molti gli aspetti innovativi degli interventi previsti fra i quali la realizzazione di un ascensore leggero non invasivo per l’accesso alla Rocca e alla torretta, il museo della Memoria e della Pace a Duino, l’Archivio della Memoria nella sede Unuci, gli interventi sull’asse Monte Sei Busi, Monte Cosich e Monte Debeli a Ronchi dei Legionari, sino al manufatto ex militare e annesse opere fortificate di Sablici risalenti agli anni della Guerra Fredda, per riadattare l’edificio in funzione turistico-ricettiva come punto di sosta per visitatori a piedi, in bici o a cavallo in quanto lo stesso è situato in un punto dove sono presenti diversi collegamenti sentieristici.

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