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MONFALCONE - Sindaco Cisint replica a Fincantieri.

Aggiunto il: 20/10/2023
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Ci sta che l'Ad di Fincantieri possa sostenere che il modello dello stabilimento di Monfalcone "viva nel migliore dei mondi possibili", come il Candido di Voltaire. 
Peccato che ciò avvenga qualche giorno dopo il duro confronto a cui si è assistito al Tavolo del Lavoro fra i sindacati - che chiedevano maggiori e sistematici controlli sui subappalti - e il rappresentante dell'azienda che, anch'esso, difendeva il l’esistente.
Il Problema politico però rimane ed è molto rilevante. E riguarda il fatto che chi rappresenta la città - il sindaco - si fa interprete del disagio profondo per il sistema produttivo instaurato, che scarica sulla comunità tutte le sue contraddizioni e, di conseguenza, ne chiede il cambiamento, come avviene altrove, proprio per raggiungere i migliori risultati.
Chi - come me - vive a Monfalcone, ha un legame speciale con il cantiere navale: vi hanno lavorato, e spesso perso la vita, i nostri padri e le nostre generazioni precedenti. 
Per questo diventa inaccettabile la massiccia, ingiustificata e incontrollata importazione di manodopera dai Paesi più poveri, in questo caso musulmana -  dagli inizi degli anni Duemila - refrattaria a ogni integrazione, che ha trasformato Monfalcone in una sorta di spogliatoio dell’azienda. 
Per questo la questione principale è quella di creare le giuste condizioni per dare opportunità di lavoro alle maestranze e alle imprese locali, come sempre è avvenuto nel passato della storia del “nostro” stabilimento.
Su questo il “progetto” è chiaro: Istituzioni (Comune, Regione e Governo) e parti sociali sono pronte a fare la loro parte, così come dichiarato ai Tavoli.
Il Comune si è sempre dimostrato aperto al dialogo e al confronto che però - sia chiaro - non può esaurirsi con il diritto di parola durante la consegna delle navi, interpretato come una concessione straordinaria del "padrone" al "suddito"! 
Dialogo istituzionale sempre, ma ci saremmo aspettati azioni concrete per dimostrare capacità di produrre nel rispetto del lavoro e di quella responsabilità sociale d'impresa che non si esaurisce con la realizzazione di un asilo. 
Dialogo, quindi, alla pari e nei reciproci interessi: dell'azienda, della città e dei lavoratori, tutti aspetti che non dovrebbero confliggere, ma ricomporsi nelle rispettive esigenze in modo costruttivo e, soprattutto, concreto. 
Siamo disponibili solo in tal senso.

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