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Siamo convinti che la sospensione di Schengen fosse inevitabile, ma siamo altrettanto convinti che per fare ciò, era necessario venisse predisposto un dispositivo efficace che prevedesse un certo numero di uomini e una logistica che consentisse agli operatori di Polizia di poter svolgere il servizio in sicurezza e in modo dignitoso. Ieri pomeriggio il SAP Regionale del F.V.G. rappresentato dal Segretario Regionale Olivo COMELLI, dal Segretario Provinciale di Trieste Lorenzo TAMARO, di Udine Nicola TIONI, di Gorizia Flavio PINO con il vice Paolo FIORELLI ha incontrato il Direttore della Quarta Zona Polizia di Frontiera Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Trentino-Alto Adige per discutere delle criticità emerse in questo periodo di sospensione. Fin dalla prima riunione svoltasi nella mattinata del 21 ottobre u.s. il SAP aveva messo in chiaro che il dispositivo così come era stato allestito in pochissime ore, poteva essere tollerato, vista l’urgenza e l’emergenza messa in atto per qualche giorno, ma che per l’eventuale proroga, andava previsto un maggior numero di personale e soprattutto una logistica diversa, in considerazione dell’avanzare dell’inverno e della necessità di proteggere gli operatori di Polizia dalle rigide temperature della stagione e metterli in condizione di poter svolgere il servizio in maniera umana e sicura. Dalla lunga riunione di ieri è emerso invece che le unità abitative promesse saranno disponibili per la provincia di Udine solamente dopo il 29 novembre, mentre per la provincia di Gorizia sarà necessario attendere ulteriormente. Ancora peggio per la provincia di Trieste, dove i tempi non sono ancora definiti, ma di certo non saranno più brevi.
Tutto questo per il SAP è inaccettabile! La chiusura di Schengen è un provvedimento che si spera non debba mai essere messo in atto, ma allo stesso tempo uno Stato, per garantire la sicurezza nazionale, deve essere in grado di mettere in atto tale provvedimento con tutti gli uomini, gli strumenti, le dotazioni e luoghi adatti. Così evidentemente non è: sono passate già più di tre settimane! Dobbiamo disporre in qualsiasi momento delle attrezzature necessarie per poter effettuare la chiusura dei confini. Abbiamo rappresentato al “Direttore della Zona”, tutta la contrarietà per la situazione in cui si trovano a prestare servizio gli operatori di Polizia. Serve un numero maggiore di poliziotti, in particolare della Polizia di Frontiera ed Ufficiali di Polizia Giudiziaria per la trattazione degli atti, servono assolutamente le unità abitative per poter effettuare i controlli di frontiera, serve una maggiore illuminazione dell’area riservata ai controlli. Serve che gli operatori di Polizia possano lavorare in sicurezza!
Bisogna avere strutture adeguate che siano disponibili sin da subito in modo da poterne fruire immediatamente anche in futuro qualora ci dovesse essere la necessità di chiudere nuovamente i confini. Nel corso dell’incontro sono state poi evidenziate altre criticità, in particolare quella della Sottosezione di Polizia di Frontiera di Fernetti, da tempo sotto la lente del SAP. La sua carenza di spazi oggi è ulteriormente aggravata da un numero considerevole di autovetture parcheggiate al suo interno, sottoposte a sequestro durante gli arresti dei trafficanti di esseri umani. Una situazione paradossale quella della caserma di Fernetti, già sottodimensionata negli spazi e “circondata” da una parte dall’ex caserma della Guardia di Finanza (casa Malala utilizzata per l’accoglienza) e dall’altra da numerosi Tir stranieri spesso parcheggiati nel piazzale antistante, che rendono quasi irraggiungibile l’ingresso della Caserma. Il tutto in barba ad ogni più elementare norma di sicurezza, a maggior ragione in un periodo di allarme terrorismo. Olivo Comelli - Segretario Regionale SAP F.V.G.
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