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Incontro con i corregionali e i rappresentanti della Clape per celebrare i 75anni della fondazione della città.
Riconoscimenti ai discendenti friulani, giuliani e istriani di quell’impresa del 1948
Cinquemila italiani sono protagonisti della vita economica, sociale e culturale di Ushuaia, la città più a sud del mondo, alle soglie dell’Antartico, molti dei quali discendenti dalle famiglie di friulani, giuliani e istriani che soprattutto dal 1948 hanno contribuito alla costruzione edile e delle infrastrutture di questa località. “Il ruolo italiano allo sviluppo dell’Argentina è stato determinante non solo nella capitale, ma anche nelle aree più periferiche e isolate nelle quali il lavoro e l’impegno dei connazionali ha contribuito e oggi rappresentano la comunità più numerosa, quasi un milione e mezzo, fra quelle presenti all’estero che mantengono relazioni con il Paese d’origine”: lo ha sottolineato il console Moreno Salvatore al meeting organizzato dalla Municipalità di Ushuaia assieme a Clape nel Mondo per ricordare i 75 anni dell’arrivo degli emigrati dell’Italia che hanno rifondato la città. L’occasione è stata la presentazione del libro del presidente della Clape, Lucio Gregoretti , “Alla fine del mondo”, che ricorda questa epica impresa e e soprattutto ripercorre le storie individuali attraverso ricordi e testimonianze dei diretti interessati. A sottolineare questa esperienza anche Mauro Sabbadini, responsabile di Clape Argentina, Leonardo Lupiano e Natalia Escobar, presidente e segretaria della Società Italiana, che quest’anno ha compiuto i trent’anni dalla fondazione e che svolte una rilevante attività a favore dei nostri connazionali di promozione culturale e linguistica. A sua volta Sabbadini ha rilevato la grande importanza dell’incontro fra giovani corregionali, ci si svolse nel 2003, vent’anni fa, proprio per rafforzare le radici delle nuove generazioni con il Friuli. L’incontro è stato accompagnato da momenti emozionanti nella riproposizione delle memorie dei discendenti come quello di Daniel e Rosita Medeot e Andrea Arciero. Nel 1948, all’impresa Borsari il presidente Peron affidò l’incarico di dar corpo alla capitale della Terra del Fuoco, allora piccolo villaggio abbandonato. Arrivarono 600 italiani, con la benedizione di Papa Pio XII, e fra questi quasi 150 dal Friuli Venezia Giulia che, con sacrificio e passione, diedero vita a Ushuaia oggi punto importante di riferimento dell’intera Patagonia. Al termine dell’incontro, Clape nel Mondo ha inteso omaggiare con diplomi e con una medaglia-ricordo la società italiana e i protagonisti di quella straordinaria esperienza.
Nelle foto
Al tavolo dei relatori: il console Salvatore, Mauro Sabbadini, Lucio Gregoretti e il presidente della società italiana Lupiano.
Un momento della consegna dei riconoscimenti dei 75 anni di fondazione della città da parte degli emigrati italiani.
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