MONFALCONE - Piano Monfalcone. Moretti e Bullian: "Allargare il tavolo" .
MONFALCONE - Legambiente: la variante “scuole” al Piano regolatore venga ritirata.
Una situazione oggettivamente particolare. Una sorta di unicum, forse anche oltre i confini
regionali, caratterizzato da una presenza molto consistente di stranieri. L'insediamento è il più grande del bacino del Mediterraneo e vi gravitano migliaia di dipendenti, divisi tra diretti e indiretti: molti dal mandamento, ma anche dalla Bassa
Friulana. Soggetti e osservatori hanno parlato di giungla dell'appalto e di difficoltà intrinseche nel modello di gestione, della tutela dei diritti dei lavoratori e della contrattualistica applicata. L'obiettivo è quello di metterci la testa dentro, per
valutare gli interventi e rendere operativo un tavolo di confronto permanente che possa includere anche l'Assemblea legislativa del Friuli Venezia Giulia". È partito da queste premesse, Enrico Bullian (Patto per l'Autonomia-Civica Fvg), per motivare la sua richiesta di audizione (corredata dalle firme aggiuntive di altri nove colleghi delle Opposizioni) che ha impegnato la II Commissione consiliare, presieduta da Markus Maurmair (FdI), sul Piano
Monfalcone e sulle possibili ricadute di tipo socio-economico legate al progetto. Agli interventi dei portatori di interesse (dai primi cittadini di Monfalcone e Staranzano, sino a Fincantieri, Guardia di Finanza, Azienda sanitaria Asugi, Inps e parti sociali) hanno fatto seguito quelli dei consiglieri, dai quali è emerso l'auspicio che il terzo appuntamento romano del tavolo ministeriale (previsto per gennaio prossimo e al quale hanno
finora partecipato solo il Comune di Monfalcone e la società navale), possa essere esteso anche ai rappresentanti della Regione. Istanza, questa, che a fine seduta il presidente Maurmair si è impegnato a trasmettere alla Giunta Fedriga. La discussione generale, in precedenza, aveva preso il via proprio da alcuni sottoscrittori della richiesta d'udienza. Furio Honsell (Open Sinistra Fvg), nel ricordare l'attività lavorativa di suo padre nei cantieri monfalconesi per oltre 10 anni, ha posto alcuni quesiti ad Asugi e Inps riguardo il personale
impegnato, concentrandosi poi sulla lotta al caporalato e sulla riduzione del subappalto. Rosaria Capozzi (M5S) ha premesso che "non si devono mai sacrificare dignità lavorativa e sostenibilità ambientale. Ci troviamo a discutere di lavoratori ricattabili e vulnerabili: noi abbiamo sempre chiesto di rinforzare i controlli, anche contro possibili infiltrazioni mafiose. La sicurezza è una priorità, la
formazione un tassello fondamentale. Siamo contrari ai subappalti, ma ci è caro anche il tema del salario minimo". Serena Pellegrino (Alleanza Verdi e Sinistra) ha in un primo momento ironizzato sull'obiettivo del Piano Monfalcone ("Ridurre
i subappalti: una genialata, nessuno ci aveva pensato prima", ha detto), per poi chiedere dettagli su case Ater, Bonus bebè e asili nido. "Limitare la spesa sui lavoratori attraverso i subappalti è stata volontà di Fincantieri - ha rimarcato - e lo Stato non può ammettere una cosa del genere. Molti italiani non vogliono fare il lavoro offerto e l'ascensore sociale ha aumentato il divario. Prima erano i meridionali come me a venire qui, adesso quelli del Bangladesh. Quindi il Piano Monfalcone non esiste e ne auspico, piuttosto, uno economico, ecologico e reale. Purtroppo, non c'è la volontà politica di far integrare i lavoratori stranieri che sono necessari".
Il capogruppo dem Diego Moretti si è rivolto direttamente a Fincantieri per sapere "se alcune lavorazioni avvengono anche all'esterno dello stabilimento o del Paese, quanti lavoratori sono stati assorbiti dopo le crisi della Ferriera di Trieste e della Eaton di Monfalcone, nonché quante assunzioni dirette abbia portato il Recruiting Day. Il tavolo romano dev'essere comunque integrato da Regione e organizzazioni sindacali, anche per fare
il punto su possibili modifiche legislative che aiutino a migliorare una situazione oggettivamente complessa". Sugli scranni opposti dell'emiciclo di piazza Oberdan, riprendendo le cifre elencate dal sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint ("Nel 2016 gli abitanti erano 28mila, oggi superano
i 30mila: circa 9.500 sono stranieri, 7mila dei quali
bengalesi"), la leghista Maddalena Spagnolo ha sottolineato "le percentuali spropositate" e anche il suo "pieno appoggio alla battaglia che Cisint sta portando avanti per il bene dei cittadini". Il capogruppo Antonio Calligaris (Lega), inserendosi in alcune polemiche legate all'ordine dei lavori, ha fatto presente che "il Piano Monfalcone è una cosa del sindaco Cisint e del Comune di Monfalcone. Quindi, in questa sede avrebbe dovuto essere audita
principalmente lei. Per quanto concerne i protagonisti del tavolo di Roma, oltre a ministero del Lavoro e degli Interni c'erano Fincantieri e Monfalcone, perché si tratta di problemi nazionali".
Sempre in casa Carroccio, Alberto Budai ha fatto presente che "nel mio paese molte mogli sono decedute prima dei mariti a causa dell'amianto, e persino qualche figlio. Esiste uno screening che
faccia capire come si trascini avanti questa problematica? Inoltre, potremmo raccogliere l'invito del sindaco Cisint e andare a fare una verifica in cantiere o tra le vie di Monfalcone per renderci conto della situazione". Bullian, a fine seduta, ha riassunto la giornata come "una prima e utile occasione di approfondimento. Non siamo all'anno zero e vogliamo dare una mano in un contesto difficile, che necessiterà di passaggi ulteriori e di dati scientifici. Oltre al sopralluogo a Monfalcone di cui si è parlato, ci saranno di certo altri appuntamenti futuri in Commissione, anche per cercare altri modelli più virtuosi da prendere come esempio. Intanto, l'incontro di gennaio sarà di certo carente senza la presenza di Regione e parti sociali".
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