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MONFALCONE - Cisint: “La città non può soccombere alle prevaricazioni”.

Inviata una nuova ordinanza per il ripristino della destinazione d’uso al centro Darus Salaam e diffidati Konate e Latorraca.
Aggiunto il: 29/01/2024
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“Dalla chiusura dei due centri islamici cittadini, dovuta alla necessità di far rispettare le norme urbanistiche e l’incolumità e l’ordine pubblico - di cui hanno parlato tutti i media nazionali - è stata imbastita un’inaccettabile azione di intimidazione tesa a un vero e proprio sovvertimento dell’ordinamento legale, una sorta di tentativo di golpe, che ha come obiettivo il sindaco e l’amministrazione comunale. Attraverso il rifiuto di riconoscere la legittimità e l’obbligatorietà degli atti assunti dal Comune, con campagne mediatiche basate su circostanze non corrispondenti al vero, destituite di qualsivoglia fondamento giuridico; con pressioni e intimidazioni che hanno coinvolto anche altri soggetti statuali e continuando a svolgere nelle stesse strutture attività non consentite, si vuole inibire l’attività dell’ente rispettosa delle leggi per far prevale la prepotenza della comunità islamica più radicale. Non ci sto! A queste forme di prevaricazione la città non può e non deve soccombere.  Per fare chiarezza e non subire questo stato di cose, si è reso necessario l’invio di una nuova ordinanza e due diffide rivolte al presidente onorario del Centro Culturale Islamico Darus Salaam, Bou Konate, che è diventato il leader della protesta islamica, e all’avvocato Vincenzo Latorraca, che rappresenta gli interessi del centro. In particolare, si è reso necessario diffidare Bou Konate da rappresentare fatti non corrispondenti al vero e dal diffamare l’Amministrazione Comunale e il personale della Polizia locale, dopo che aveva diffuso con un videomessagio la notizia del legittimo controllo svolto dagli agenti di Polizia locale definendo strumentalmente “senza mandato” e parlando di una sorta di schedatura dei minori presenti. Peraltro, lo stesso non era presente ai fatti e neppure è il legale rappresentante della struttura coinvolta. La seconda diffida riguarda l’avvocato Latorraca per le ingiuste accuse formulate in una lettera a prefetto e questore, in assenza di alcun elemento di prova che possa definirsi tale. Il coinvolgimento delle due autorità dello Stato appare grave per l’assenza dei necessari presupposti. Peraltro, il Comune è un ente autonomo e la prefettura e la questura citate non sono enti gerarchicamente sovraordinati. Gravissimi, allo stesso modo, sono i fatti che hanno comportato l’adozione da parte del dirigente del servizio urbanistico di una seconda ordinanza con la quale, accertato nuovamente l’utilizzo dell’immobile del centro islamico per funzioni diverse da quelle consentite in base al piano regolatore, si richiede l’immediato ripristino della legittima destinazione d’uso.  Nell’ordinanza, come già in quelle precedenti, si dettagliano tutti gli elementi giuridici che hanno reso necessario procedere all’ulteriore notifica di fronte alla verifica della presenza di attività diverse dall’ambito commerciale stabilito dalle norme.  Continua, dunque, la sfida che la componente islamica - appoggiata esplicitamente dalla Sinistra - sta portando avanti per imporre anche contro le norme di legge e provvedimenti comunali definitivi ed esecutivi la propria volontà di prevalere e predominare nel nostro Territorio che riguarda, assieme ai centri islamici, anche la diffusione di pratiche violente, come la sopraffazione e la sottomissione verso le bambine e le donne, su cui non intendo in alcun modo cedere”.

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