TRIESTE - Ater: Complesso da oltre 20 milioni di euro in Gretta.
PORDENONE - Odette Copat chiude la rassegna "Aspettando Monfalcone Geografie".
"Da ottobre a oggi abbiamo avuto 1.023 manifestazioni legate alla crisi mediorientale, quelle che sono degenerate, in cui ci sono stati degli scontri hanno una percentuale residuale del 3%.
L’utilizzo dei manganelli è sempre un fallimento, non solo con i ragazzi, ma se i giovani ricorrono all’utilizzo della violenza e il diritto al contravvenire alle regole per portare avanti le proprie idee, allora significa che c’è qualcosa di rivedere in questo tipo di educazione. Ci sono situazioni purtroppo dove lo scontro fisico, a lungo cercato da taluni pseudo manifestanti e mediato dalle autorità di P.S. diventa inevitabile. Quando le condotte degenerano è chiaro che ci sia un’opposizione legittima da parte delle forze dell’ordine. Situazioni queste che le forze di polizia non vogliono mai, che determinano ogni giorno molti feriti nelle proprie file. Ci sono delle regole, delle leggi da osservare in ordine pubblico, che spesso vengono disattese e volutamente violate dai manifestanti. La libertà di espressione significa violare la legge? Si può giustificare la violazione delle leggi? In un Paese civile normato da leggi la democrazia passa per il rispetto delle regole, altrimenti è anarchia. Non è sinonimo di autoritarismo ma di autorevolezza di uno Stato il rispetto delle leggi e di chi rappresenta lo Stato, chi ad esempio indossa una divisa a difesa dello Stato stesso. Le forze dell’ordine non hanno colore politico e sono al servizio di tutti i cittadini, ma non per questo devono essere vittime sacrificali e sacrificabili da chi compie atti fuori dalla legge. Chi strumentalizza quanto accaduto a Firenze e Pisa, dove la manifestazione non era autorizzata, lo fa a fini politici. Spesso sono gli stessi allergici alle divise, quelli che appartengono al “partito dell'anti polizia" e che non perdono occasioni come queste per screditarci. Gli stessi che vorrebbero attribuire gli “alfanumerici” sulle divise, una marchiatura che rievoca nefasti passati. Noi del SAP da anni chiediamo invece di più, uno strumento di trasparenza come le bodycam, al fine di documentare tutte le azioni di polizia e quelle di chi ci sta di fronte, in modo da avere un quadro completo e non parziale e fazioso di quello che è successo. Sarebbe poi cosa opportuna che si istituisse come regola una zona di distanza tra manifestanti e forze dell’ordine, in modo da evitare ogni tipo di contatto. Pugni, calci, offese, tentativi di sottrarre scudi e manganelli non sono “libertà di espressione” ma azioni di violenza e giustificare questi comportamenti significa essere complici e legittimare. È fondamentale che i manifestanti, compresi i ragazzi abbiano la cultura dell’osservanza delle regole e delle leggi anche in ordine pubblico, altrimenti possiamo pure rimanere a casa."
Lorenzo Tamaro - Segretario Provinciale SAP
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