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Il disegno di legge 15 contenente disposizioni urgenti per lo svolgimento nel 2024 delle
consultazioni elettorali, comunali e regionali, con modifiche alle leggi regionali 19/2013 e 28/2007, è arrivato in Aula. Il primo dei quattro relatori per la maggioranza, il capogruppo della Lega Antonio Calligaris, ha aperto il suo discorso con una premessa "sul modo con cui la discussione pubblica e la polemica politica sono troppo di frequente dominati da toni esasperati, di cui oggi in quest'Aula mi lamento", riportando alcuni commenti
registrati sul ddl da esponenti di Opposizione, per i quali sarebbe "un colpo di mano che introduce vergognose e sconcertanti previsioni". Calligaris è quindi entrato nel merito del provvedimento e le
modifiche che apporta. "La prima - ha evidenziato - riguarda il numero dei mandati consecutivi consentiti ai sindaci dei Comuni con una popolazione compresa tra 1.001 e 15.000 abitanti, portato a tre (nei Comuni fino a 1.000 abitanti, i mandati rimangono illimitati). Inoltre, il numero dei mandati consentiti sarà calcolato dal 2013, anno in cui è entrata in vigore la legge regionale 19/2013, in quanto si mira a uniformare la normativa regionale a quella statale". Passando alla seconda modifica importante, il consigliere ha spiegato che "riguarda il sistema elettorale per i Comuni con più di 15.000 abitanti. Attualmente, se nessun candidato raggiunge il 50% dei voti al primo turno, si procede al ballottaggio. Il ddl 15 intende ridurre la frequenza dei casi di secondo turno di votazione per risparmiare spese". L'obiettivo, a detta di Calligaris, è fare in modo che le elezioni si concludano al primo turno con l'elezione del candidato sindaco che ha ottenuto il maggior numero di consensi raggiungendo almeno il 40% dei voti. "In caso di parità di voti tra i candidati, sono previste
disposizioni specifiche per determinare il vincitore, come il candidato collegato alla lista con la maggiore cifra elettorale o il candidato più giovane di età". "La previsione proposta dal ddl 15 - ha sottolineato il relatore - è già in vigore per le elezioni dei Comuni con più di 15.000 abitanti in Sicilia e per l'elezione del presidente della Toscana". Inoltre "l'obiettivo è apportare correttivi alla disciplina elettorale per garantire sia una migliore rappresentanza dei cittadini e un'interpretazione più accurata della loro volontà espressa attraverso il voto, sia l'allineamento temporale e l'abbassamento della soglia per essere eletti". L'esponente della Lega ha quindi ribadito che "non c'è alcun golpe in atto, né alcuna soppressione della democrazia quando la norma risponde ad una richiesta di buon senso e cerca di risolvere una distorsione evidente, ossia quella dei candidati che vincono al ballottaggio con meno voti di quelli presi dall'avversario al primo turno". "L'introduzione del terzo mandato per i sindaci di Comuni fino a
15.000 abitanti è solo uniformarsi a un provvedimento nazionale", ha quindi aggiunto, ricordando che il Friuli Venezia Giulia fu pioniere prevedendo "il terzo mandato per i primi cittadini di
Comuni fino a 5.000 abitanti; oggi adeguiamo la norma regionale a quella nazionale. Se un sindaco lavora bene, decidono gli elettori con il voto e non la legge imponendo i limiti al numero di mandati".
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