MONFALCONE - Le parole di elogio sul modello Fincantieri mi lasciano perplesso.
MONFALCONE - Le parole di elogio sul modello Fincantieri mi lasciano perplesso.
"L'assenza di un qualsiasi esponente del Comune alla visita a porte chiuse allo stabilimento
monfalconese di Fincantieri da parte del ministro dell'Interno la dice lunga sulla capacità di interloquire dell'ex amministrazione Cisint con Fincantieri e con lo stesso ministero". Lo affermano, in una nota, il capogruppo del Pd in Consiglio
regionale, Diego Moretti e il consigliere regionale Enrico Bullian (Patto per l'Autonomia-Civica Fvg) a margine dell'incontro allo stabilimento di Fincantieri a Monfalcone (Gorizia), a cui ha partecipato il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. "La propaganda si ferma alla portineria della grande fabbrica: per una Giunta che, oltre ad alimentare la paura nei confronti dei lavoratori stranieri e ad accostare il nostro nome in maniera strumentale, falsa e ipocrita al tema del caporalato, è incapace
di dire anche una sola parola (se non di condivisione con il Governo) contro il decreto che rischia di regalare in quattro anni 80 milioni di euro a Fincantieri (anziché prevederli per le vittime dell'amianto o i loro eredi) non è affatto un bel risultato", affermano Moretti e Bullian. "Secondo noi - continuano gli esponenti delle Opposizioni - sarebbe stato interessante che la stampa avesse potuto fare domande per conoscere l'opinione del ministro su tre questioni: il 'Decreto della vergogna' sull'amianto; l'organizzazione produttiva dell'azienda, legata a un uso abnorme del subappalto che sta creando un abbassamento generale delle retribuzioni dei lavoratori delle imprese in appalto e fa di Monfalcone la città
più povera in termini di reddito pro-capite dell'isontino; se non ritenga, alla pari di quello che stanno facendo da anni singole aziende sul territorio e da qualche tempo Confindustria Alto
Adriatico con il Ghana, di chiedere alla stessa Fincantieri di potenziare i corsi già avviati e al Comune di Monfalcone di istituire specifici corsi di italiano per accelerare l'integrazione di persone entrate regolarmente in Italia, che pagano le tasse nel nostro Paese, utilizzano i servizi e il welfare del territorio e consumano il loro reddito sul
territorio". "Questo avremmo voluto sapere: il resto lo lasciamo alla propaganda di Cisint e compagnia", conclude la nota.
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