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Dopo i fatti di Ceccano, anche ad Anagni il tema della legalità torna al centro del dibattito politico. Il consigliere di LiberAnagni Luca Santovincenzo incalza l’amministrazione: “notiamo che le altre forze politiche non mostrano grande interesse per la vicenda”. Negli ultimi giorni, la questione della legalità ha sollevato ampie discussioni, in particolare in seguito alla recente inchiesta della Procura Europea che ha coinvolto il vicino comune di Ceccano, rilevando gravi irregolarità nell’uso dei fondi pubblici che sarebbero stati dirottati per fini illeciti, favorendo un ristretto gruppo di persone e che ha portato il sindaco all’arresto e allo scioglimento del Consiglio. Questa vicenda ha riportato al centro del dibattito il tema della legalità anche in molti comuni limitrofi e non solo. Ma secondo il consigliere di opposizione Luca Santovincenzo “ad Anagni notiamo che le altre forze politiche non mostrano grande interesse per la vicenda” e chiede maggiore trasparenza nei processi decisionali della pubblica amministrazione. “Se nei giorni scorsi qualcuno ha parlato di legalità, è stato per giustificare la censura di un murales, richiamando una norma fino a quel momento sistematicamente ignorata (e violata). Se l’attenzione per le regole è improvvisamente aumentata, perché non riservare questa nuova solerzia anche alle regole fondamentali di prevenzione e contrasto dei fenomeni di corruzione?”, ha scritto in una nota il consigliere, riferendosi probabilmente alla vicenda di alcuni giorni prima che ha visto coinvolto l’assessore alla cultura Carlo Marino dopo che ha fatto rimuovere una bandiera palestinese dal muro vicino Ragioneria. In quell’occasione, l’assessore aveva giustificato la decisione affermando che si trattava di una questione di principio: “la sicurezza e il rispetto dello spazio pubblico, che vogliamo neutrale e senza simboli capaci di generare tensioni”, aggiungendo inoltre che, esporre la bandiera su un muro pubblico “sarebbe anche reato (art. 639 del CP) anche se sappiamo che per una certa sinistra questi sono dettagli trascurabili”.
Affermazioni che hanno sollevato non poche polemiche. “Ai nuovi difensori della legalità chiediamo coerenza: applichino la stessa intransigenza alle norme sull’amministrazione trasparente – continua la nota del consigliere di LiberAnagni Santovincenzo -. Ciò significa assicurare che il sito istituzionale rispetti tutti gli obblighi di pubblicazione, che le richieste di accesso agli atti vengano evase e che i cittadini siano coinvolti nelle decisioni. La segretezza amministrativa non dovrebbe esistere laddove la legge impone trasparenza, eppure troppi esempi nella nostra Città indicano il contrario: dalle vicende del parere favorevole al biodigestore e il progetto di logistica a S. Bartolomeo, all’esternalizzazione dei tributi, fino alla concessione degli impianti sportivi ed alla colpevole inerzia sulla farmacia comunale, scoperta solo di recente“. Fatti, questi, che secondo il consigliere denotano un approccio che viola non solo i principi di trasparenza e partecipazione ma anche quello costituzionale della separazione dei poteri. “Infatti, nella nostra Città denunciamo da tempo un preoccupante svuotamento delle prerogative del Consiglio Comunale, con consiglieri di maggioranza che si limitano all’alzata di mano o a esprimersi in provocazioni, confondendo il proprio ruolo con quello dell’esecutivo: è l’effetto della concessione di molteplici “subdeleghe” ai vari Consiglieri di maggioranza, che di fatto ha annullato la distinzione tra chi governa e chi deve esercitare un ruolo di controllo, proposta e rappresentanza dei cittadini. Purtroppo, i colleghi hanno dimenticato che il loro compito non è sostituirsi agli assessori. Esporsi come tali non solo è in contrasto con la legge, ma rischia di minare la credibilità dell’istituzione stessa”. “Infine, rivolgiamo l’ennesimo appello all’uso consapevole dei social media: chi ricopre incarichi pubblici dovrebbe accogliere le critiche con rispetto, senza deridere o offendere chi esprime legittimamente le proprie opinioni. Il rispetto dei diritti fondamentali, la trasparenza e la separazione dei poteri non sono formalità, ma i cardini di una gestione sana della cosa pubblica. Se queste condizioni vengono a mancare, non è solo la legalità a risentirne: è il principio stesso di democrazia a essere compromesso. Per questi motivi, le diverse segnalazioni da noi inoltrate alle Autorità sono state doverose e confidiamo in interventi risolutivi. Per conto nostro, continueremo a vigilare e proporre soluzioni concrete per garantire ai cittadini una gestione trasparente e partecipata della cosa pubblica“, conclude la nota del capogruppo di LiberAnagni Santovincenzo.
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