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MONFALCONE - Sani: "Il ricongiungimento non è un privilegio ma un diritto umano fondamentale".

Aggiunto il: 02/12/2024
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"Negli ultimi giorni a Monfalcone si è parlato molto di ricongiungimento familiare, spesso con affermazioni che rischiano di fuorviare i cittadini. È importante fornire informazioni accurate per evitare divisioni e pregiudizi. Il diritto al ricongiungimento familiare è sancito dalla Direttiva 2003/86/CE dell'Unione Europea, recepita in Italia tramite il Testo Unico sull’Immigrazione (D.Lgs. 286/1998, art. 29). Non si tratta di un privilegio, ma di un diritto umano fondamentale, regolamentato da precise norme per garantire un equilibrio tra accoglienza e sostenibilità. Ecco i principali requisiti che chi richiede il ricongiungimento deve rispettare: Reddito sufficiente: Il richiedente deve dimostrare di avere un reddito annuo pari o superiore all’importo dell’assegno sociale INPS, aumentato della metà per ogni familiare ricongiunto (es. moglie e due figli richiedono un reddito superiore di circa il 250% rispetto all’assegno sociale). Questo parametro serve a garantire che il ricongiungimento non comporti un peso per lo Stato o per il sistema assistenziale. Alloggio idoneo: L’abitazione deve rispettare specifici standard igienico-sanitari, verificati dalle autorità competenti. Nulla osta della Prefettura: Solo dopo controlli accurati, le autorità rilasciano il permesso di ricongiungimento. Chi può essere ricongiunto? La legge consente il ricongiungimento di: Coniuge (non separato e maggiorenne); Figli minori non sposati; Figli maggiorenni a carico con gravi disabilità; Genitori a carico, ma solo in casi specifici e se non autonomi. Alcuni politici affermano che i ricongiungimenti portino in Italia persone “a reddito zero” o che la normativa sia troppo permissiva. Questo è falso. I ricongiungimenti non sono automatici: Ogni richiesta è valutata caso per caso, e il mancato rispetto dei requisiti comporta il rigetto dell’istanza. Gli immigrati contribuiscono al sistema fiscale: La maggior parte delle famiglie ricongiunte lavora, paga le tasse e partecipa al sostegno del welfare. Dati reali: Secondo il rapporto annuale ISTAT e l'analisi della Fondazione Leone Moressa, gli immigrati in Italia contribuiscono ogni anno per circa 127 miliardi di euro al PIL nazionale, e il saldo tra contributi versati e benefici ricevuti è positivo. A Monfalcone, la comunità bengalese rappresenta un modello di integrazione. Molti lavorano nei cantieri, nei servizi e nel commercio, costruendo un futuro migliore per sé stessi e per la città. Questi lavoratori rispettano le regole e contribuiscono attivamente all'economia locale, pagando tasse e garantendo servizi anche agli italiani. È offensivo e ingiusto parlare di “peso” o insinuare che vivano a spese dello Stato. Le famiglie bengalesi, come tutte le altre, vogliono solo un futuro dignitoso per i loro figli e una società più giusta per tutti. Criticare chi rispetta la legge non solo alimenta divisioni, ma ignora il fatto che il sistema italiano è già tra i più regolamentati in Europa. Il nulla osta della Prefettura e i criteri reddituali e abitativi dimostrano che il ricongiungimento familiare avviene solo quando ci sono le condizioni per un'integrazione sostenibile. I ricongiungimenti non sono una falla, ma un diritto regolamentato. Serve rafforzare i controlli, non smantellare un sistema che si basa su leggi condivise e che mira alla coesione sociale. Monfalcone è un esempio di convivenza possibile, ma serve un approccio basato su collaborazione e rispetto. Invece di creare divisioni, dovremmo lavorare insieme per: Migliorare i servizi per tutti i cittadini; Promuovere un’integrazione responsabile; Valorizzare il contributo di chi vive e lavora rispettando le regole.  Il ricongiungimento familiare è un diritto umano regolato da normative rigorose. Invece di alimentare pregiudizi, lavoriamo per una città che valorizzi le persone, indipendentemente dalla loro origine, e che costruisca un futuro migliore per tutti."

Sani Kamrul Hasan Bhuiyan

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