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La lettera diffusa nei giorni scorsi da una madre che ha il proprio figlio in cura presso il Polo Riabilitativo di Anagni è arrivata in Quirinale. Una richiesta di aiuto dovuta alla grave situazione che sta vivendo la struttura a causa di un sottofinanziamento che potrebbe causare il venir meno di un servizio unico nel nord della provincia. Il Polo Riabilitativo di Anagni, struttura fondamentale per il supporto ai bambini con autismo e disabilità, rischia la chiusura per mancanza di fondi. La questione è stata sollevata alcuni giorni fa dall’amministratore delegato della struttura Niki Dragonetti e poi ripresa dalla consigliera regionale Sara Battisti, la quale ha richiesto un’interrogazione al Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, e alla Giunta Regionale per conoscere le modalità con cui la ASL di Frosinone intende gestire e redistribuire eventuali avanzi di bilancio del 2024. I primi ad essere preoccupati sono sicuramente i genitori dei piccoli pazienti in cura presso la struttura di Anagni. È stata infatti diffusa la lettera aperta scritta dai genitori di un paziente in cui raccontano la lunga e difficile battaglia per garantire al proprio figlio le necessarie terapie, ma anche il drammatico scenario che si sta delineando con il possibile smantellamento di un servizio vitale, l’unico a sud di Roma e nel nord della Ciociaria. Un appello che è arrivato anche al Quirinale: la lettera è stata infatti presa in carico dalla segreteria del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Riproponiamo la lettera diffusa dai genitori “Buongiorno cittadini e istituzioni tutte, sono un genitore di un bambino disabile: ecco da questa premessa potete dedurre che il contenuto di questa lettera non contiene buone notizie quindi se non volete angustiarvi interrompete qui la lettura, io continuo almeno per sfogarmi. Che botta apprendere che mio figlio avesse dei problemi: prima ti colpevolizzi, poi non ti rassegni e fai una, due, molte altre visite (a proposito a pagamento perchè con la mutua avoglia ad aspettare, diventa maggiorenne) che purtroppo confermano la prima diagnosi. I medici affermano che fondamentale è la riabilitazione, da fare il prima possibile per avere progressi subito perché più cresce e peggio è: bene, iniziamo a muoverci, ma nel territorio non c’è nulla in convenzione (a proposito abito nel comprensorio di Anagni): tutto a pagamento, oppure mi sposto nelle altre zone della provincia o fuori provincia e le liste di attesa superano addirittura i due anni. Inizio a pagamento, vuol dire che faremo sacrifici e rinunceremo a vacanze, ristoranti, vestiti, cose normali per una famiglia normale, ma per un figlio si fa tutto. Però a un certo punto apprendo che ad Anagni sta aprendo un centro di riabilitazione; vado, mi dicono che si convenzioneranno (boh! sono scettico) perché nella zona non c’è nulla (ma va lo sapevo già). Evviva è vero, arriva la convenzione, poco budget, ma mio figlio è uno dei fortunati a usufruirne. Non ci posso credere: a parte le terapie gratis (logopedia, psicomotricità, fisioterapia), ho colloqui con la psicologa per aiutarmi a gestire il bambino, fanno i GLO con la scuola, addirittura le visite specialistiche gratis (mi dicono che è compreso nel progetto riabilitativo). Veramente quando sono in sala di attesa mi vergogno un po’ quando vengono continuamente genitori per chiedere terapie per il loro figlio e se ne vanno sconsolati sapendo che devono stare in lista di attesa anche se vengono rincuorati dalla signora in segreteria perché dice “siamo solo noi in zona quindi quanto prima ci daranno altri fondi”. Qualche giorno fa la doccia gelata: mi convoca il Direttore Sanitario e mi informa che non avendo notizie di incremento del budget sono costretti a chiudere perché non riescono più a sostenere le spese di gestione: Mi incazzo furiosamente con lui: perché ci avete illusi se sapevate di fare sta fine. E no ribadisce, noi abbiamo potuto aprire e convenzionarci solo dopo parere positivo della Asl che necessitava di una struttura del genere. Insisto “Vabbè la solita mancanza di fondi”. E no, replica il dottore, i fondi ci sono ma sono mal distribuiti: addirittura, carte alla mano, mi dimostra che solo nel 2024 avanzeranno oltre un milione e mezzo di euro, cioè non saranno utilizzati da altre strutture come la nostra. Peggio sto, me ne vado sconsolato: si ricomincia con terapie a pagamento, visite specialistiche in culonia a pagamento, le maestre che sono sanno a che santo votarsi. Possibile che non si riesce a garantire a poveri cristi come noi uno straccio di vita decente, non ci sono mai soldi, nessun interesse. Che bel Natale si prospetta, tutto già illuminato, caspita qui è più illuminato che altrove, ma che è? Ah, il ponte che porta ad Anagni rimesso a nuovo addirittura con i led e le aiuole con i fiorellini per non so che riunione importante dei giorni scorsi: scusate ma da quando ho sta croce in casa non riesco più nemmeno a leggere un giornale per informarmi di quello che succede nel mondo. Però, quando vogliono i soldi ci sono. Speriamo chessò che succeda qualcosa, tanto la speranza è gratis, non ho più nemmeno la forza per protestare. Da stasera quando a mio figlio darò il bacio della buonanotte gli chiederò anche scusa per averlo fatto nascere in un posto dove i diritti sono diventati piaceri. Buonanotte figlio di un dio minore e Buon Natale a tutti”.
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