DUINO AURISINA - Federica Manzon presenta il suo libro "Alma" al circolo culturale Igo Gruden.
MONFALCONE - "Monfalcone Civica e Solidale" si presenta: una nuova alternativa per la città.
"Con la presentazione della prima lista di appoggio, il consigliere regionale Moretti mostra il vero segno distintivo della sua candidatura: quello del radicalismo della sinistra più estrema che ha l’obiettivo di cancellare quanto è stato fatto negli ultimi sette anni e che appoggia senza remore il processo di mutazione genetica su cui punta l’islamismo nella nostra città. Con l’ennesima operazione trasformistica per mimetizzare le proprie origini da Rifondazione comunista, ritornano in campo gli stessi esponenti già sonoramente bocciati nella consultazione di due anni fa, cambiando ancora il nome in una parvenza di lista civica, ma riproponendo sempre le medesime ricette. Su una cosa Moretti e compagnia si mettano il cuore in pace perché intendo continuare il mio impegno nell’interesse della mia città affinché non ritorni il periodo del degrado e dell’abbandono delle precedenti esperienze di centrosinistra. Lo faccio in maniera trasparente perché al momento della mia candidatura al parlamento europeo, avevo assicurato i tanti cittadini preoccupati che anche nel nuovo incarico, Monfalcone rimane nel mio cuore e mi batterò per assicurare il suo sviluppo. Più continuano a contestare la mia azione, maggiore è la mia volontà di non lasciare il campo alla possibilità che possa prevalere il disegno di chi ha favorito l’arrivo incontrollato di immigrati e ora vorrebbe svendere del tutto il nostro territorio. Del resto, il candidato Moretti, anche in questa prima uscita dimostra di essere un alieno, fuori dalla realtà di Monfalcone considerate le critiche fatte verso l’azione del Comune. Quella della pulizia e del risanamento ambientale della città non è un’operazione ‘estetica’: quando è arrivata la nuova giunta le immondizie erano abbandonate nelle strade e nelle piazze, il litorale era una pattumiera a cielo aperto, l’amianto diffuso in centinaia di edifici non era stato bonificato, la centrale a carbone inquinava pesantemente la città, il centro di Pietrarossa era chiuso, giardini e parchi gioco in totale degrado. Su questo fronte la sinistra ha già mostrato tutta la propria incapacità amministrativa. Lo stesso vale per le attività giovanili, non più privilegio di gruppi ideologici ristretti. Quanto al commercio, la desertificazione è stata contrastata ridando vitalità alla città, urbanisticamente e con iniziative popolari, come dimostra il periodo natalizio, e con un milione di euro di sostegni per il rinnovamento delle attrezzature e con la riduzione delle imposte. Viene legittimo chiedersi cosa aveva fatto la precedente giunta Altran-Morsolin per contrastare quel decadimento che ha origine proprio in quei cinque tristi anni di malgoverno. Bisogna avere la memoria corta, o essere in malafede, per criticare l’operato di ciò che è stato fatto in questi sette anni. In realtà, come emerge da tutto il contesto della presentazione di questa lista, la vera ossessione della sinistra e del candidato Moretti è quella della difesa del loro presunto bacino elettorale, quello della comunità islamica di Monfalcone, i cui comportamenti in contrasto con le nostre leggi vengono sempre tollerati o giustificati. Paragonare gli oscuri finanziamenti che arrivano ai centri islamici spesso da Paesi integralisti che si oppongono all’Occidente e attraverso imposizioni obbligatorie, a quello che avviene nella Chiesa cattolica, rappresenta un oltraggio e un offesa all’intelligenza comune e ai nostri valori. Non a caso l’Islam non ha mai sottoscritto l’intesa con lo Stato prevista nella Costituzione che porterebbe a dover rispettare i nostri ordinamenti. Certamente dopo l’arrivo massiccio di stranieri favorito dall’inerzia delle giunta Pizzolitto e Altran, si è creata una situazione demografica complicata, ma in questo senso l’eliminazione delle agevolazioni sugli assegni familiari che consentivano di mandare all’estero abusivamente svariati milioni di euro e la norma per cambiare i requisiti su modello europeo dei ricongiungimenti facili, sono risultati rilevanti che si vanno concretizzando anche per il mio impegno diretto di contrasto all’islamizzazione di Monfalcone che continuerò a portare avanti assieme ai programmi di sviluppo e di crescita della città. La sinistra, più o meno mascherata, se ne faccia una ragione. Roberto Antonelli si mette in cattedra senza alcun pudore per dare lezioni sulla gestione del commercio cittadino dopo aver ricoperto pessimamente in questi anni la responsabilità di presidente dell’Ascom cittadina senza aver saputo dare all’associazione il necessario ruolo di protagonismo da affiancare all’azione di sostegno del settore portata avanti dall’amministrazione comunale. La sua gestione sarà ricordata per essersi caratterizzata dalla mancanza di proposte di visioni a cui il Comune ha dovuto supplire con un piano consistente di azioni a tutto campo, a partire dalla rivitalizzazione della città con iniziative che hanno ridato a Monfalcone un ruolo centrale per recuperare l’attrattività non solo a livello mandamentale. Per non parlare del protocollo per il Distretto del Commercio, fortemente voluto dall’amministrazione comunale, dei contributi a fondo perduto per il miglioramento delle dotazioni o della piattaforma virtuale per la promozione e vendite online. Nel momento più buio, quello legato al periodo del Covid, per sostenere commercio e servizi il Comune ha attivato un mix di agevolazioni fiscali, per oltre 400 mila, euro, e investimenti per far ripartire le attività, con l’abbattimento della Tari, l’azzeramento della Tosap temporanea per i pubblici esercizi, l’abbattimento della tassa sulla pubblicità e delle concessioni demaniali. Anche i grandi interventi di riqualificazione cittadina, dal centro storico, al porticciolo, alle spiagge hanno rappresentato un volano per trasformare e rendere attrattiva la città dopo gli anni bui delle giunte di centro sinistra. Perché nei tavoli di confronto con l’Ascom Antonelli non ha mai dato un contributo o formulato proposte o programmi sui temi del commercio? La sua strategia è stata quella di tenere in stallo l’associazione per la sua personale campagna elettorale? Nei sui due mandati, l’ex presidente dell’Ascom è brillato solo per aver chiesto l’iscrizione alla categoria di poco meno di venti attività bengalesi e non aver agevolato le attività storiche locali, in coerenza con la sua volontà di agevolare sempre prima chi non è italiano. Non si può negare o falsare la realtà che è sotto gli occhi di tutti, per sostenere la propria candidatura, dimenticando la propria inerzia e proprie responsabilità. E’ lo stesso metodo che Antonelli ha tentato di seguire nel momento del rinnovo presidenza di Ascom a cui non ha più potuto partecipare perché si è dimostrato incapace a gestire i principi base della privacy inviando materiale pubblicitario del suo negozio agli associati di Confcommercio. Antonelli, dunque, non può dare lezioni sul commercio cittadino perché ha già dimostrato la sua incapacità a dare slancio all’associazione di categoria, mentre l’amministrazione comunale si attivava per trasformare una realtà in degrado del passato nella sua riqualificazione per contrastare l’abbandono da parte delle precedenti giunte di sinistre. Per questo, intendo impegnarmi per evitare il ritorno a questa oscura prospettiva auspicata da Antonelli"
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