Attività dei Consultori Familiari di ASUGI - Area Giuliana dopo la riorganizzazione
MONFALCONE - Fasan risponde a Morsolin e Saullo: “Una politica che predica la verifica delle informazioni, ma è la prima a ignorarle”.
La rivolta di questi giorni, all’interno del Centro Permanente per i Rimpatri di Gradisca d'Isonzo, segnala l’ennesima situazione ingestibile di tali strutture, pensate al solo fine di usare strumentalmente un’emergenza immigrazione che non esiste. I dati sui flussi in arrivo in Italia degli ultimi decenni, infatti, seguono valori decisamente modesti. Le stesse perplessità, alla luce dei fatti, espresse con chiarezza dai sindacati di Polizia riguardo la gestione del CPR, testimoniano l’insensatezza di tali strutture e la loro sostanziale inutilità. La detenzione amministrativa, a maggior ragione con l’estensione del periodo massimo di trattenimento da 90/120 giorni a 18 mesi, voluto dal governo Meloni, di fatto sospende i diritti basilari della persona, producendo frustrazione e malessere, in quanto non è soppresso il solo diritto alla libertà personale, sulla base di un provvedimento di espulsione che viene violato sistematicamente, ma anche quello alla salute psico-fisica, all’integrità e alla dignità personale. Sono invece le stesse logiche emergenziali delle politiche europee e nazionali che producono l’irregolarità, impedendo qualsiasi via di accesso legale e sicura a suon di leggi e decreti “sicurezza”.
Pertanto chiediamo la chiusura immediata e definitiva del CPR di Gradisca d’Isonzo, perseguendo alternative più umane ed efficaci per la gestione delle questioni legate all'immigrazione, che non solo rispettino i diritti di ogni individuo, ma che promuovano allo stesso tempo un'integrazione sociale costruttiva".
Potere al Popolo dell’Isontino
Giovanni Montena
Potrebbe piacerti anche...
Non ci sono media correlati