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MONFALCONE - Piano oncologico: ampio dibattito in Commissione, stralciata la tabella.

Date Added: 30/01/2025
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L'ampio dibattito che ha preceduto il voto a favore del Piano oncologico - con una maggioranza più ampia del solo Centrodestra grazie ai sì di Enrico Bullian (Patto-Civica), Roberto Cosolini e Francesco Martines (Pd) - ha coinvolto anche consiglieri che non fanno parte della III Commissione. Sotto la presidenza di Carlo Bolzonello (Fp), il capogruppo del Patto per l'autonomia-Civica Fvg Massimo Moretuzzo ha spiegato le posizioni diverse all'interno del suo gruppo mettendo in rilievo la necessaria "libertà di coscienza su temi così importanti". Pur esprimendo "una sostanziale condivisione sull'impostazione del Piano, che compie scelte necessarie dopo 28 anni", Moretuzzo non si è nascosto "molti dubbi: è giusto garantire la prossimità delle cure prima e dopo l'intervento, ma come riusciremo ad arrivarci nella situazione attuale? Il tema è quale sistema vogliamo avere tra 15 anni e come le singole aziende sanitarie applicheranno questo Piano". "È evidente - ha osservato il dem Cosolini - che sia nella Maggioranza sia nelle Opposizioni ci sono posizioni diverse su questo documento. Io comprendo alcuni punti di vista critici, ma ci sono anche posizioni interessate. Il punto fermo è comunque il rafforzamento del ruolo della sanità pubblica, chiederei di non derogare da questo principio e di concentrare alcuni interventi
strategici, rassicurando nel contempo gli ospedali spoke". Decisamente più critica la collega di gruppo Manuela Celotti: "Se l'obiettivo è riformare la rete ospedaliera, serve una norma e non basta una delibera di Giunta. E noi non possiamo essere
chiamati a firmare una cambiale in bianco. Mi chiedo quali strategie si vogliano seguire per la chirurgia di base". Marco Putto (Patto-Civica) ha centrato il suo intervento sui "dissidi all'interno della Maggioranza, con il Piano oncologico che è finito nel tritacarne del dibattito sul terzo mandato e sulle candidature a sindaco. Questo documento ha una sua logica, ma non è sufficiente per accoglierlo nella sua interezza". Sui distinguo in seno al Centrodestra si è espresso anche Markus Maurmair (Fratelli d'Italia) che ha spiegato come "le lettere
inviate dai professionisti del settore abbiano portato a comprendere alcune necessità. L'assessore ha quindi stralciato la tabella, dimostrando la volontà di raccogliere i frutti del
lavoro che sarà svolto dal comitato tecnico di coordinamento, nell'ambito di un percorso che durerà tre anni, con verifiche semestrali". Quanto ai territori, "il Friuli occidentale auspica che l'accentramento delle chirurgie non depauperi il nuovo ospedale di Pordenone, appena inaugurato". Sulla posizione di FdI è intervenuto anche il capogruppo Claudio Giacomelli in sede di
dichiarazioni di voto. "Prendo atto con soddisfazione - ha detto - dello stralcio della tabella, che non è una rivoluzione rispetto al Piano ma non è neppure irrilevante. Sono stati i professionisti a dire che era meglio togliere quella tabella perché i numeri non sono certi. E mi fanno piacere le parole
dell'assessore Riccardi rispetto al ruolo del Cro e
dell'Università". Critica invece, pur apprezzando "il coraggio dell'assessore", la consigliera Serena Pellegrino (Avs), che teme "un vuoto di servizio sanitario per il ceto meno abbiente. Lei, Riccardi - ha concluso - è uscito dalla logica del consenso ma è entrato nella logica dei tagli". Meno drastico Massimiliano Pozzo (Pd), che ha apprezzato "l'impostazione e la metodologia del Piano, con
importanti passaggi su presa in carico e percorsi di cura" ma è preoccupato per la posizione di FdI e si chiede "se il partito di Maggioranza voglia solo stralciare la tabella o mettere in discussione l'intero Piano". Maddalena Spagnolo (Lega), facendo riferimento alla situazione nel territorio della Bassa friulana, è convinta che "l'assessore ascolterà e approfondirà i rilievi espressi dai sindaci", ricordando come l'ospedale di Latisana sia "un'eccellenza per il trattamento del colon retto" e dunque occorra fare attenzione "a non svuotare gli ospedali spoke, dove a volte viene offerta la
cura migliore". La collega di gruppo Lucia Buna ha invece insistito sull'urgenza di agire: "La rete oncologica - è la metafora scelta dall'esponente leghista - in questo momento ha un cancro e dunque non c'è tempo, bisogna intervenire. La presa in carico del paziente servirà a portarlo nella struttura migliore: nel caso di tumori alla mammella, il Cro è un'eccellenza da valorizzare ulteriormente". Al termine del dibattito e prima del voto finale, l'assessore alla Salute Riccardo Riccardi era tornato sul dibattito all'interno della Maggioranza assicurando "di non aver fatto alcun dribbling in quanto non mi sono sentito marcato da nessuno. Il Centrodestra non è una caserma e siamo abituati a confrontarci anche da posizioni diverse". Quanto alla tabella stralciata, "la richiesta è partita dai tecnici, e comunque il Piano ha un
percorso lungo. Ora spetterà al coordinamento oncologico regionale fare questo tipo di lavoro". Rassicurazioni infine anche sul futuro della sanità pordenonese: "L'interim che è stato affidato non è un mandato al direttore generale a fondere le diverse strutture".

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