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È una delle installazioni più famose di Michelangelo Pistoletto, che ha caratterizzato momenti e luoghi epocali e che, il giorno dell’inaugurazione della Capitale europea GO!2025, sabato 8 febbraio, sarà fra i protagonisti della sfilata Da stazione a stazione: il riferimento è alla rielaborazione della Scultura da passeggio, ovvero la sfera ricoperta di giornali del territorio con notizie che ne hanno ‘segnato’ la storia, già interprete di eventi artistici in altri siti del mondo, fra cui Parigi, Tirana, Madrid, Ginevra (presso il Palais des Nations dell’ONU), Lamezia Terme, Ascona, L’Avana e New York. La sfera GO! 2025, lanciata dal palco di piazza Vittoria, passerà attraverso mille mani che la faranno rotolare lungo le vie Carducci e Pellico, in piazza de Amicis e poi via San Gabriele fino all’omonimo valico. Qui sarà ‘raccolta’ da altre mani, questa volta slovene, che la faranno rotolare fino a piazza Kardelja, davanti al municipio di Nova Gorica, dove sarà illuminata, ovvero ‘accesa’ come il tripode della pace. Le fasi finali della costruzione della Scultura da passeggio sono state realizzate proprio a Gorizia, nel liceo artistico Max Fabiani, con il coinvolgimento degli studenti della scuola in collaborazione con gli insegnanti. Per la creazione dell'opera si è partiti, in collaborazione con i quotidiani ed associazioni culturali locali, da una accurata ricerca filologica per individuare i momenti più significativi della storia di queste terre di confine. Per l'occasione, gli allievi dell'indirizzo di Grafica del Liceo Artistico Max Fabiani di Gorizia, coordinati dal professore e artista Ivan Crico, hanno rieditato con cura, nel formato originale, alcune importanti pagine storiche di cui sopravvivono solo alcune rarissime copie. Assieme a Saverio Teruzzi, coordinatore degli ambasciatori Rebirth/ Terzo Paradiso, Giacomo Bassmaji, coordinatore del progetto Terzo Paradiso BORDERLESS per GO!2025, e Sara Di Maio, ambasciatrice Rebirth/Terzo Paradiso, gli studenti hanno rivestito la sfera con un mosaico multicolore di pagine che diventano “un documento unico - così Crico - nella storia del territorio, legando per sempre la ricchissima storia culturale del goriziano ad un'opera iconica della storia dell'arte contemporanea”. Ha partecipato anche il vicesindaco di Gorizia, Chiara Gatta. “Nel segno di ‘Love difference’, auspicato da Michelangelo Pistoletto, l'opera accoglierà - ha spiegato l'insegnante - anche le differenti culture che rendono il goriziano un luogo speciale a livello europeo, in cui da un millennio convivono persone di cultura latina, slava e germanica. Per cui ci sarà spazio per i quotidiani storici goriziani Il Piccolo e il Primorski Devnik espressione della comunità slovena locale, e del quotidiano sloveno Novi Glas, il più letto dai cittadini di Nova Gorica. Ma non mancheranno le altre voci antiche del nostro territorio goriziano, attraverso i periodici ‘Il nostri borc’ e ‘Lisonz’ editi dall'associazione Borc San Roc (testimone della presenza friulana in città) e dall'Associazione Culturale Bisiaca, che da sempre si è impegnata nel dialogo tra le diverse anime di questi territori anche oltre confine, e il periodico Lucinis. Ci sarà un ideale omaggio anche all'antica comunità ebraica e a quella autoctona di lingua tedesca goriziana, con la prima pagina del giornale di Klagenfurt, Die ‘Kleine Zeitung’, grazie a un bell'articolo su Gorizia e Nova Gorica. Particolarmente significative, tratte da ‘Il nostri borc’, le profetiche parole del poeta goriziano Celso Macor - ha aggiunto -, che preconizzava la sparizione dei ‘nostri’ confini e fu tra i primi a credere nel sogno di un'Europa unita, armonizzando l'amore per il nostro passato con il bisogno di continua innovazione. Scrive Macor: ‘Intendo però porre il problema di una cultura per chi viene dopo, per chi si è affacciato alla vita del tempo mutato della seconda metà del secolo. Possiamo proporgli solo il sapore delle radici o non dobbiamo farci carico di una strada più lunga?’”. La sfera farà la sua comparsa verso le 13 di sabato 8 febbraio, sul palco di piazza Vittoria, dove sarà raccolta, come una fiaccola, da alcuni campioni dello sport che la consegneranno ad altri atleti, rappresentanti delle tante società sportive cittadine. In oltre 500, insieme ad altri protagonisti della sfilata e con il contributo degli sferofori, faranno rotolare la palla fino al valico di via San Gabriele, dove attraverserà il confine per proseguire fino al municipio di Nova Gorica. La sfera GO! 2025 tornerà quindi a Gorizia per essere collocata in un luogo visibile al pubblico come testimonianza artistica del giorno inaugurale della Capitale europea della cultura. L’idea è nata da un incontro fra l’amministrazione comunale di Gorizia e i referenti della Fondazione Pistoletto, sul territorio friulano da oltre un anno per la mostra Terza Terra a Villa Manin che ha animato il territorio con l’arte della demopraxia e decine di eventi a cui hanno partecipato centinaia di organizzazioni pubbliche e private, durante cui si è capito quanto i messaggi simbolici delle opere dell’artista si sposassero perfettamente con lo spirito della Capitale europea della cultura GO! 2025, ovvero la potenza del dialogo fra persone, la rigenerazione sociale e culturale e l’evoluzione positiva del pensiero e delle azioni. Un inno alla pace e a un mondo senza confini dove le differenze sono una ricchezza. La proposta della sfera GO!2025 che attraversa le due città è arrivata proprio da Michelangelo Pistoletto durante un incontro a Villa Manin con l’assessore comunale a GO!2025, Patrizia Artico, mentre sulla performance si è lavorato in questi mesi. L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla collaborazione e al sostegno della Regione FVG e del Ministero alla Cultura e al lavoro degli uffici comunali, che hanno agito in sinergia con la Fondazione Pistoletto Cittadellarte per creare le condizioni per la realizzazione dell’opera. Fondamentale la collaborazione con il Liceo artistico Max Fabiani e i quotidiani Il Piccolo e Primorski Dnevnik. “A me sembra miracoloso – ha affermato Pistoletto – che stia avvenendo tutto questo. Quello che io avevo instradato nel 2002 con l’idea di un parlamento culturale e internazionale si sta oggi pian piano avverando: questo è veramente un sintomo di progresso. Questo progetto si chiamava Love Difference, amare le differenze. L’arte, attraverso la Sfera di Giornali, esce dallo studio dell’artista e porta il messaggio dell’incontro continuo delle persone che, facendola scorrere, è come se facessero un gioco, un gioco politico di scambio; se la fanno passare l’una con l’altra e questo messaggio è interessato da tutte le immagini, da tutte le forme di pubblicità e di comunicazione che i giornali portano. La comunicazione generale e ufficiale, direi quasi un cervello artificiale, sta dunque rotolando e mettendo insieme la società. Questo – ha concluso – mi sembra un momento straordinario: il fatto che due città possano costituire un emblema di cultura comune mi pare che sia un principio di parlamento culturale che, attraverso la Sfera di Giornali, può unire le persone nella strada”. La Sfera di giornali, per Michelangelo Pistoletto da sempre rappresentazione del caso, fu esposta inizialmente nello studio dell’artista nel 1966, per poi nel 1967 essere ribattezzata Scultura da passeggio in occasione della mostra collettiva Con temp l’azione e fatta rotolare lungo il percorso che univa le tre gallerie torinesi – Sperone, Stein, Il Punto – dove si svolgeva simultaneamente la mostra. Le sfere di giornali di volta in volta ci riportano nel campo della cronaca e della notizia di attualità come articolazioni fisiche di eventi in continua trasformazione che appartengono alla vita quotidiana, ma anche al caso e alla dimensione del gioco, la ‘partita della vita’ che Pistoletto include nel concetto di Pace Preventiva, dove la presenza di elementi che si contrappongono, si muovono e spingono in direzioni diverse permette di uscire dal luogo sacrale dell’arte per attivarsi nel cuore della comunità, superando i confini dello studio dell’artista, delle gallerie, dei musei e oggi delle nazioni. La Sfera diviene oggetto e simbolo di trasformazione, non più opera d’arte statica ma oggetto inter-identitario, grazie all’azione e all’interazione tra le persone che decidono di giocare con essa spingendoci ad alzarci dalla sedia, a lasciare il suo e il nostro piedistallo e mettendoci, ognuno con la propria storia, a giocare con il caso. In questo processo la Sfera perde la sua aurea di inaccessibilità, diventando parte integrante delle cose comuni e quotidiane.
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