GORIZIA - Bernardis: “Operazione dei Ros indice di un monitoraggio importante”.
MONFALCONE - Sara Vito rieletta all’unanimità presidente di UISP Fvg.
“Colpisce ma non sorprende (ahimè) la posizione espressa dall’eurodeputata Anna Maria Cisint sulla mostra sulle foibe organizzata presso l’Europarlamento e fortemente criticata da 9 europarlamentari sloveni e croati. L’intervento di Cisint, come riportato dai social e dalle testate locali, appare profondamente strumentale e riduttivo, ovvero più funzionale alla polarizzazione dell’elettorato che a una reale comprensione storica degli eventi. Le sue dichiarazioni non formano infatti un’analisi critica degli accadimenti, ma una narrazione distorta e unilaterale, costruita per alimentare il consenso politico attraverso la semplificazione estrema di una vicenda storica molto complessa e drammatica. Le tragedie delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata meritano di essere ricordate e studiate
con serietà, senza distorsioni funzionali esclusivamente ai fini di una ben precisa agenda politica. Cisint, invece, sceglie di enfatizzare solo un lato della storia, omettendo contesto, cause e responsabilità italiane nel lungo conflitto che ha segnato il confine orientale, anche con risvolti etnici e politici. Cisint parla di "pulizia etnica" perpetrata dai partigiani jugoslavi, tacendo il fatto
che per decenni il fascismo italiano aveva attuato politiche repressive e violente nei confronti delle popolazioni slave, imponendo denazionalizzazione, persecuzioni e occupazione militare. Questo, è evidente, non giustifica alcuna successiva violenza, ma non può essere ignorato in un ragionamento serio e basato sull’analisi storica. Cisint accusa i nove eurodeputati di "negazionismo", un termine che in questo contesto appare deliberatamente forzato e fuori luogo. Nessuno nega l’esistenza delle foibe, né le sofferenze degli esuli. Il punto contestato dagli storici, e ripreso dagli eurodeputati sloveni e croati, è l’uso
strumentale e politicamente “sovra-caricato” di questi eventi, spesso esagerati nei numeri e volutamente decontestualizzati, per dipingere gli italiani esclusivamente come vittime e gli jugoslavi solo come carnefici. Una semplificazione che non è storia, ma propaganda. Nella sua dichiarazione, l’eurodeputata monfalconese evoca lo spettro di un complotto anti-italiano, accusando gli europarlamentari sloveni e croati di voler cancellare la memoria delle foibe e facendo leva su episodi di vandalismo (come le scritte oltraggiose al monumento di Basovizza) per fomentare il rancore nazionale. Questo approccio non mira alla riconciliazione né alla verità storica, ma solo a rafforzare il proprio consenso politico attraverso il vittimismo nazionale. Invece di riconoscere la complessità della storia, Cisint opta per una retorica divisiva, che ostacola qualsiasi forma di dialogo tra l’Italia e i suoi vicini. La tragedia delle foibe merita di essere trattata con rispetto e rigore storico, senza cadere in
becere strumentalizzazioni. La storia, anche questa storia, non deve essere distorta per divenire un’arma politica, né può essere usata per alimentare risentimenti e tensioni nazionaliste. Se davvero si vuole rendere giustizia alle vittime, la strada non è quella della manipolazione e del revisionismo emotivo, ma quella della conoscenza onesta e del riconoscimento reciproco delle responsabilità storiche”.
Progressisti per Monfalcone
Potrebbe piacerti anche...
Non ci sono media correlati