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La tutela della salute, e in questo contesto lo sviluppo delle Terme, resta un punto fermo dell’amministrazione comunale di Monfalcone: un presupposto su cui si basa l’operato del Comune anche in merito al progetto della società Nord Composites Italia srl (ex Polysystems) di costruire un impianto di termovalorizzazione dei rifiuti liquidi derivanti dai propri processi produttivi, legati alla realizzazione di resine. L’ufficio comunale Ambiente in merito sta preparando un documento contenente le proprie osservazioni, che sarà presentato il 28 gennaio. Il sindaco, Anna Maria Cisint, ribadendo la contrarietà alla combustione di rifiuti, assicura che sono presi minuziosamente in considerazione e messi sotto esame tutti gli aspetti relativi al progetto.
“Mentre in passato le amministrazioni hanno preferito il silenzio, come attesta il fatto che nelle Aia delle aziende degli anni passati non comparivano mai osservazioni del Comune, noi pretendiamo la verifica di tutti gli aspetti, quindi non solo della sostenibilità, ma anche della fattibilità. Posto che conosciamo le norme, sappiamo bene come si può intervenire, sempre avvalendoci di professionisti pronti a prendere le opportune iniziative per ingaggiare eventuali battaglie”, spiega il primo cittadino. E rispondendo alle critiche sollevate dai consiglieri di minoranza, che si sono detti ignari del procedimento, aggiunge: “Ciascuno deve portare avanti le sue azioni, non possiamo essere noi a coprire l’incapacità che la minoranza ha di fare. I consiglieri di opposizione devono attivarsi attraverso gli strumenti di cui dispongono, come ho sempre fatto io. Se vogliono essere utili alla comunità, devono capire che ci sono i mezzi per agire. Per avere le informazioni avrebbero quindi potuto guardare sul sito della Regione, che è il soggetto che ha in mano il timone della questione. Partendo dal presupposto che noi siamo a sfavore del bruciare rifiuti, ci sono due modi di agire. Il primo è quello serio, verificando tutto, opportunità che ci è data dalla norma, il secondo è quello che seguono loro, ovvero parlare e non fare. Noi ci troviamo nella prima categoria”.
Da parte sua l’assessore comunale all’ambiente, Sabina Cauci, precisa: “Stiamo vagliando i possibili impatti sulla salute, considerando che l’impianto sarebbe collocato in una porzione di territorio (raggio 1 km dalla centrale) in cui si hanno già forti eccessi di patologie, soprattutto tumori nelle donne. In un territorio già compromesso l'introduzione di ulteriori fonti inquinanti potrebbe essere deleterio. Da tener conto inoltre che a circa 800 metri ci sono le Terme Romane, frequentate da molti pazienti con patologie respiratorie. Senza dimenticare che ci sono abitazioni a circa 400 metri e la scuola di formazione Enfap a circa 800 metri, e che per di più il cantiere navale sarebbe sottovento”.
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